Due recenti studi hanno dimostrato che è possibile ottenere energia dagli scarti agricoli. Scopriamo come.
Di questi tempi, ogni modo per ricavare energia e risparmiare sulle bollette è sempre il benvenuto.
E a tal proposito, il Crea (consiglio per la ricerca in agricoltura del governo) ha portato avanti due studi innovativi e che mirano a nuovi metodi. Quello palesato proprio di recente riguarda gli scarti agricoli che rappresentano una vera e propria fonte di energia. Quest’ultima potrebbe poi essere impiegata per alimentare le filiere e tutto evitando anche le emissioni di anidride carbonica.
Un metodo ancora sotto fase di studio ma che potrebbe cambiare le cose in meglio.
Il Crea ha trovato dei modi per ricavare energia dagli scarti agricoli
Il risparmio sull’energia è un problema che riguarda sia le grandi aziende che i privati. Ne è un esempio la continua ricerca di metodi per ottenere un risparmio anche cambiando poche abitudini.
A tal proposito, sono diversi anni che il Crea esegue ricerche sulle biomasse al fine di trovare nuovi metodi per ottenere energia. Una buona soluzione a tal proposito sembra essere quella proveniente dagli “scarti” agricoli. Un esempio sono i gusci, i rami e persino i noccioli. Tutto materiale che di norma viene eliminato con la combustione a cielo aperto e che, invece, potrebbe diventare una buona fonte di energia.
Ovviamente, per arrivare a realizzare questa possibilità, ci sono diversi ostacoli da superare. Tra tutti quello di riuscire ad organizzare nel modo corretto il recupero delle forniture dagli agricoltori.
Noccioleti come nuova fonte di energia pronta per le filiere
Una delle possibilità che secondo il Crea potrebbe essere presa in considerazione è quella di usare questi scarti per le filiere. I noccioleti, ad esempio, se potati a mano possono portare a quantitativi utili per diventare una buona fonte di energia. La potatura manuale, però, può essere molto più lenta e portare a rami meno uniformi tra loro.
Problemi che una volta risolti porterebbero all’uso degli scarti dei noccioleti per i pellet. Questi ultimi potrebbero poi essere commercializzati, una volta superati altri problemi tecnici. Tra questi quello relativo alle caratteristiche da rispettare per rientrare nelle normative previste per i biocombustibili solidi. Il tutto, una volta ottenuto, porterebbe ad una fonte di energia che fa bene all’ambiente e che, tra le altre cose, aiuta anche a risparmiare.