Embrioni sintetici per studiare le malattie genetiche: sono come un embrione naturale di 14 giorni

Embrioni sintetici per studiare le malattie genetiche: sono come un embrione naturale di 14 giorni

Un team di studiosi ha creato embrioni sintetici per studiare le malattie genetiche: sono paragonabili ad embrioni naturali di 14 giorni.

Dall’America arriva una ‘scoperta’ che, problemi etici e leggi permettendo, potrebbe essere una svolta nello studio delle malattie genetiche. Un team di ricercatori ha creato in laboratorio embrioni sintetici, paragonabili ad embrioni naturali di 14 giorni.

Creati embrioni sintetici per studiare le malattie genetiche

In occasione del meeting annuale dell’International Society for Stem Cell Research di Boston, la scienziata Magdalena Ernicka-Goetz dell’Università di Cambridge e del California Institute of Technology, ha annunciato la creazione di embrioni sintetici. Questi ultimi, nati grazie all’utilizzo delle cellule staminali, saranno utilizzati per studiare le malattie genetiche. E’ un enorme passo avanti per la scienza, visto che per la prima volta è stato creato un embrione senza la necessità di ovuli e spermatozoi.

Possiamo creare modelli simili a embrioni umani riprogrammando le cellule (staminali embrionali)”, ha dichiarato la studiosa durante l’incontro. Il The Guardian, che ha riportato la notizia in esclusiva, ha sottolineato che Ernicka-Goetz e il suo team hanno un obiettivo ben preciso: avere un modello di embrione nelle prime fasi di sviluppo umano. In questo modo non si studieranno solo le malattie genetiche, ma anche le cause biologiche degli aborti ricorrenti.

Anche se sintetici, ci sono già problemi etici e legali

La creazione degli embrioni sintetici, però, ha già creato alcuni problemi sul piano etico e legale. Pur non avendo un cuore che batte e l’inizio di un cervello, includono cellule che, in condizioni normali, andrebbero a formare placenta, sacco vitellino ed embrione. La dottoressa Ernicka-Goetz sostiene che i suoi embrioni siano paragonabili a quelli naturali di appena 14 giorni di sviluppo. Al momento, il lavoro del laboratorio di Cambridge e del California Institute of Technology non sono stati ancora pubblicati su una rivista scientifica.