L’attore racconta del suo nuovo film “Lasciarsi un giorno a Roma” della sua carriera nel cinema e di come è stato importante per lui la “lentezza” imposta dal lockdown.
In occasione di un’intervista a Vanity Fair, Edoardo Leo parla del suo ultimo film Lasciarsi un giorno a Roma al cinema dal 1 gennaio. Lo ha scritto durante il lockdown dovuto al Covid e proprio in quell’occasione l’attore ha riscoperto l’importanza della lentezza come “pregio”.
Le dichiarazioni di Edoardo Leo
L’attore parla del suo film e dichiara: “In un film in cui si parla di coppie che faticano a comunicare e a dirsi la verità, il lockdown mi ha permesso di approfondire il fatto che due persone non riuscissero a parlare nonostante la convivenza forzata. Prima era il non avere il tempo di parlarsi, dopo è diventato qualcos’altro”.
Edoardo Leo parla del desiderio di fare l’attore e se gli è venuto subito o meno: “Neanche minimamente. Non vengo da una famiglia di artisti, avevo dei sogni più medi: all’inizio ho provato a fare il calciatore, ma non ci sono riuscito. Il piano b era, appunto, fare l’insegnante. A scuola ne ho avuto uno illuminante che mi ha passato la passione per la letteratura, le poesie, e l’arte perchè la vedevo nei suoi occhi mentre insegnava. Quella figura mi ha fatto pensare che, quando c’è un grande entusiasmo, riesci a comunicarlo anche agli altri.”
Sulla lentezza dichiara: “La lentezza è un pregio. La pausa imposta dal lockdown mi è servita per ragionare, pensare, riscrivere. Non è andato buttato quel tempo, anzi è stato utile“.