L’eclissi lunare più lunga del secolo sarà a novembre: ecco il giorno (e come osservarla)

L’eclissi lunare più lunga del secolo sarà a novembre: ecco il giorno (e come osservarla)

Sguardo all’insù per vedere l’eclissi lunare più lunga del secolo, ecco come fare a vederla (anche in streaming) e a che ora ci sarà il picco.

Avrà luogo venerdì 19 novembre e sarà l’eclissi lunare parziale più lunga a cui assisteremo entro il 2100. Con le sue oltre 3 ore, questa eclissi lunare sarà la più lunga di tutto il secolo, scopriamo come fare a vederla e da quali regioni italiane sarà possibile assistere al fenomeno.

Quanto durerà l’eclissi lunare di novembre

L’eclissi lunare dipende dall’allineamento tra Terra, Sole e Luna e si verifica solo quando la Luna è piena. Il fenomeno ha luogo quando la Terra, illuminata dal sole, proietta la sua ombra sulla Luna oscurando totalmente (eclissi totale) o in parte (eclissi parziale).

Luna

Il picco dell’eclissi lunare del 19 novembre si avrà alle 9 di mattina (ora italiana) quando il 97% della superficie della luna sarà oscurato e ci apparirà rossastra. La durata totale del fenomeno sarà di 3 ore, 28 minuti e 23 secondi e sarà proprio l’eclissi parziale più lunga del secolo. L’eclissi totale più lunga del secolo, invece, si è già verificata il 27 luglio 2018 ed è durata 1 ora, 42 minuti e 57 secondi. Il prossimo appuntamento con l’eclissi di luna sarà il 16 maggio 2022, ma vediamo da dove sarà possibile osservare il fenomeno dall’Italia.

Da dove sarà possibile vedere l’eclissi?

L’eclissi sarà visibile per tutta la sua durata dall’America, ma non dall’Europa e in Italia solo alcune regioni potranno assistere. Nello specifico il fenomeno sarà visibile dalle regioni più a nord, ovvero Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria e Veneto.

Per chi non potrà assistere allo spettacolo con lo sguardo puntato verso il cielo, sarà possibile seguire l’evento in streaming sulla WebTV del sito Virtual Telescope. La diretta sarà commentata e coordinata dall’astrofisico e divulgatore scientifico Gianluca Masi.