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Donne all’università, ostacolate da polemica e calunnie: la denuncia

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Non è una novità, ma nessuno ne parla apertamente: le donne all’università, nella carriera accademica, sarebbero discriminate. Ecco la denuncia del direttore della Normale di Pisa…

La denuncia parte dal direttore della Normale di Pisa, la prestigiosa università toscana che ammette solo una sessantina di alunni all’anno. E le sue parole lasciano poco spazio all’immaginazione: “Ogni volta che si tratta di valutare o proporre il nome di una donna per un posto da docente, si scatena il finimondo”.

Le parole di Vincenzo Barone, rilasciate nel corso di un’intervista a ‘Qn‘, hanno generato un vespaio mediatico, confermando il sospetto di molti: le donne hanno vita più difficile dei colleghi uomini quando si parla di carriera accademica. Questo, soprattutto in un campo tradizionalmente maschile come quello delle scienze matematiche

Normale di Pisa: la denuncia del rettore

La pietra dello scandalo potrebbe esser stato l’arrivo nell’ateneo della professoressa Annalisa Pastore, la prima donna in ben 208 anni ad ottenere il posto di primo ordinario della classe di Scienze. Stando alle prime ricostruzioni, una donna capace e preparata avrebbe destabilizzato l‘ordine delle cose all’interno dell’università, dando vita a comportamenti scorretti e costringendo il rettore a una denuncia.

Tuttavia, non sarebbe certo la prima volta che a un docente vengono messi in bastoni tra le ruote

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La Normale di Pisa, secondo un report del 2016 risulta la migliore d’Italia e tra le 50 migliori università d’Europa. Ma alla base dell’eccellenza ci sarebbe…il sessismo:  “Preparazione, merito e competenze, dovrebbero essere i soli criteri per valutare un accademico, e invece arrivano calunnie belle e buone, con l’aggiunta, come accaduto in anni recenti, di lettere anonime e notizie false diffuse ad arte“, ha denunciato Barone.

Insomma, parole da non prendere alla leggera, che denunciano l’arrivo di contenuti “offensivi, con espliciti riferimenti sessuali, volgari e diffamatoricon il solo scopo di screditare, meglio se una donna (anche se, persino gli uomini non ne sarebbero immuni).

Dal canto suo, il rettore ha già denunciato questa situazione in passato, nel 2016, quando – durante l’inaugurazione dell’anno accademico a Firenze – sottolineò: “Nella sede di Pisa abbiamo 35 professori e solo quattro sono donne: è una situazione imbarazzante, completamente sbilanciata in favore degli uomini, non si può andare avanti così”.

Donne e discriminazione: una riflessione

Solo qualche mese fa un altro scandalo ha coinvolto la Tokyo Medical University, che secondo un’indagine avrebbe falsificato i test di ingresso delle donne per evitare di farle ammettere dal 2011.

Non sorprende nessuno il fatto che queste parole abbiano immediatamente fatto il giro del mondo. C’è chi grida allo scandalo, chi non si stupisce nemmeno più e chi vede confermati i molti sospetti già esistenti.

Tra gli indignati, c’è anche chi si chiede quale sarà la prossima mossa: inizieremo a discriminare gli omosessuali, chi ha un altro colore della pelle, chi ha un’altra religione?

Ma una domanda a cui dovremmo provare a trovare risposta è: mantenersi ancorati a una mentalità anni ’50 va a vantaggio di chi?

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ultimo aggiornamento: 26 Ottobre 2022 12:24

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