Donne ai Mondiali: la dura vita delle giornaliste

Donne ai Mondiali: la dura vita delle giornaliste

Tifosi molesti e un lavoro sempre più complicato

Una volta il binomio era donne e motori, col tempo ci si è evoluti nella direzione del calcio, lo sport più amato e diffuso al mondo. In particolare, oggi, pienamente coinvolti nel Mondiale in Russia, dove sono davvero tante le giornaliste sportive che sono appostate fuori dagli impianti ultra-moderni russi pronti a raccogliere le emozioni ed esternazioni del pubblico accorso in massa. Peccato che alle volte l’entusiasmo sia eccessivo, così come l’utilizzo di birra che stando ai dati emersi, sarebbe quasi esaurita.

Sarà forse questo il motivo alla base delle già tre molestie subite dalle giornaliste di differenti Paesi in questi primi giorni dei Campionati del Mondo. Fatti piuttosto brutti da vedere e raccontare ma che ripongono al centro la questione femminile nel mondo del lavoro, soprattutto in un contesto così marcatamente maschile.

Giornalista ai Mondiali

“Non farlo. Non provarci mai più”, ha gridato al tifoso costringendolo a scusarsi.

Non ti autorizzo a fare una cosa del genere. Non è educato. Non è giusto. Non fare mai questo a una donna. Rispetto”, sono state parole di Julia Guimaraes, giornalista brasiliana di Tv Globo e Sport Tv ad un tifoso che la baciava sulla guancia appena prima di Senegal-Giappone.

È difficile trovare le parole. Fortunatamente, non mi era mai capitato in Brasile. Qui già due volte. Vergognoso”, avrebbe poi cinguettato su twitter, rivelando come già prima di Russia-Egitto era stata oggetto di molestie.

Giornalista ai Mondiali

Pochissimi giorni prima era toccata ad una giornalista svedese di Sportbladet Malin Wahlberg prima di Svezia-Corea del Sud. Peggio era andata invece alla colombiana Julieth González Therán, baciata e persino toccata sul seno all’urlo di “Russia Campione”. Così si era sfogata poi sul profilo ufficiale personale di Instagram: “Non meritiamo questo trattamento. Siamo ugualmente professionali e meritevoli. Condivido la gioia del calcio ma bisogna tracciare i limiti tra affetto e molestia”.

Giornalista ai Mondiali

Lo stesso tifoso si era poi scusato negli studi della giornalista, in collegamento Skype affermando che, “Pensavo di aver poggiato la mano sulla sua spalla, ma a quanto pare l’ho mancata e le ho toccato il seno”, per quello che doveva essere uno scherzo frutto di una scommessa fra amici, tramutatasi in abuso.

Appena un anno fa le giornaliste sportive in Brasile lanciavano la campagna #deixaelatrabalhar, “lasciateci lavorare”, contro simili atti.

Intanto in Russia si gioca e potrebbe essere questo il sesto Mondiale di fila vinto da una sesta Nazione diversa, record assoluto. Ipotesi non impossibile, vista la forza di outsider come Belgio e Croazia e la rinascita dell’Argentina di Messi, fino alla possibile scommessa inglese di Kane e Alli. Si gioca in Russia e geograficamente oltre che logisticamente sarà un’impresa per alcune squadre spostarsi.

2.808 km è ad esempio la distanza tra Sochi ed Ekaterinburg che Perù e Svezia dovranno attraversare rispettivamente dopo 4 e 5 giorni dalla partita precedente. Così come la Colombia, che dovrà percorrere esattamente 749 nei suoi 3 incontri del Gruppo H, da Saransk a Kazan per finire a Samara.