Barbara Piattelli, figlia dello stilista Bruno Piattelli, è sequestrata dalla ‘ndrangheta nel 1980: la sua storia in un documentario.
Barbara Piattelli, intervistata nel programma di Rai1 Oggi è un altro giorno condotto da Serena Bortone, ha ricordato i 365 giorni di prigionia seguiti al suo sequestro da parte della ‘ndrangheta. Erano gli anni ’80 e lei era una giovane donna. La sua storia è al centro di un documentario esclusivo di RaiPlay: Racconti Criminali – 343 Giorni all’Inferno rilasciato il 25 novembre, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. La sua storia sarà raccontata in un documentario.
Barbara Piattelli, il documentario sul suo sequestro
Il ciclo “Racconti Criminali” di RaiPlay, dedicato ai casi di sequestro di perona, aggiunge un tassello alla narrazione di una pagina buia del nostro paese. Il documentario 343 Giorni all’Inferno è il resoconto dettagliato del sequestro di Barbara Piattelli avvenuto nel 1980, quando aveva solo 27 anni: il periodo più lungo di rapimento, a scopo di estorsione, di una donna. Il documentario nasce da un’idea di Vania Colasanti, con la collaborazione di Vincenzo Faccioli Pintozzi, la regia di Letizia Rossi e le illustrazioni di Chiara Fazi.
Il racconto segue diversi piani narrativi. Il materiale d’archivio rievoca il periodo storico italiano, intervallato dalle testimonianze del padre Bruno, del magistrato Nicola Gratteri e di Michele Giuttari, capo della Squadra Mobile di Cosenza. C’è anche un’intervista a Carlo Verdone, storico cliente della sartoria di famiglia, che la sera del rapimento attendeva Barbara alla prima del suo spettacolo. Inedite e toccanti, invece, le registrazioni originali delle telefonate tra il bandito “Saturno” e i familiari per trattare il rilascio della donna.
Barbara Piattelli, l’intervista a Rai1
Si avverte il dolore nelle parole e nello sguardo della donna. Si racconta dopo 40 anni dai fatti e non tralascia nessun particolare: «343 giorni in una grotta. Dopo sei mesi ho potuto lavarmi i capelli con una bottiglia d’acqua e lo shampoo. È stata l’unica volta fino a dicembre, quando poi sono stata liberata». Racconta anche del suo tentativo di fuga e di come sia stata, poi, catturata e legata. I suoi sequestratori non sono mai stati trovati e, forse, cercati. «Questa vicenda mi ha rubato un anno di vita che nessuno mi restituisce». Così duramente si esprime, ancora, la donna ricordando di come la vicenda abbia segnato la sua giovinezza e abbia avuto ripercussioni sul suo futuro.