Vediamo cosa si intende per disturbi del linguaggio e cosa li differenza da altre problematiche come i disturbi dell’apprendimento.
I disturbi del linguaggio vengono identificati nei bambini in età prescolare e in particolare si parla di disturbo specifico del linguaggio proprio per distinguerlo dalla presenza di altri generi di disturbi. Con questa definizione, infatti, si esclude che il disturbo sia collegato ad altri problemi come la compromissione delle capacità uditive. Vediamo meglio come vengono identificati questi disturbi e cosa si fa per risolverli.
Disturbo specifico del linguaggio
Il disturbo del linguaggio viene indicato spesso come DL o come DSL, sigla che indica appunto il disturbo specifico del linguaggio. In sostanza con questi termini ci si riferisce a un ritardo del linguaggio nel bimbo o delle difficoltà nel comunicare. La definizione però restringe il campo alle possibili cause e non si riferisce ad altri casi in cui i problemi di comprensione o produzione del linguaggio siano attribuibili ad altre problematiche.
In particolare, quindi, in questo caso non si ha a che fare con ritardi cognitivi o neurologici, con compromissioni dell’udito e con altri fattori sociali o ambientali. Queste particolari problematiche vengono invece definite come disturbi secondari del linguaggio.
Disturbo del linguaggio nei bambini: come si determina
Sarà il logopedista a identificare un possibile disturbo di questo genere, che solitamente viene indagato durante l’età prescolare tra i 2 e i 6 anni. È importante anche identificare le difficoltà del linguaggio prima dell’ingresso a scuola, visto che il disturbo del linguaggio sembra essere associato allo sviluppo dei disturbi dell’apprendimento.
Bisogna sottolineare anche in questo caso la differenza tra queste due problematiche. I disturbi specifici dell’apprendimento comprendono difficoltà nella lettura (dislessia), nella scrittura (disgrafia o disortografia) e nel calcolo (discalculia). Si tratta quindi di problematiche che vengono identificate più avanti, in età scolare.
Tornando ai disturbi del linguaggio, invece, in questo caso viene valutata la capacità di comprensione e produzione del linguaggio. Il logopedista potrà quindi svolgere test specifici per capire come il bimbo produce e percepisce i suoni. Verrà anche valutata la quantità di parole conosciute e che il bambino è in grado di pronunciare. Così come viene anche esaminato il modo in cui il bimbo utilizza il linguaggio per rapportarsi con gli altri. Da queste valutazioni si identificano poi i passi per procedere per aiutare il bimbo a superare le sue difficoltà. Passi che naturalmente il logopedista illustrerà anche alla famiglia che potrà così guidare il bimbo con esercizi e comportamenti adeguati.