Chi soffre di dismorfismo spesso non ne ha neanche la percezione. Si parla di dismorfia quando una persona non accetta i propri difetti.
Quando parliamo di dismorfismo facciamo riferimento a un’alterazione morfologica dello scheletro. In sostanza si tratta di una struttura corporea diversa rispetto a come dovrebbe essere. I disturbi legati alla dismorfologia, inoltre, possono essere congeniti o legati a una sindrome genetica o a un problema che si può presentare fin dalla nascita. Scopriamo insieme cosa significa e come curarla!
Dismorfismo: significato
Il termine dismorfismo, in medicina, indica proprio una deformità. Secondo dei recenti studi, inoltre, è stato notato come questo problema è diventato sempre più frequente interessando il 2.5% della popolazione. Inoltre sono sempre più le persone che decidono di ricorrere a trattamenti o addirittura interventi per cercare di risolvere questo problema.
Coloro che sono colpiti da dismorfismo, inoltre, sono talmente concentrati sul proprio difetto fisico che cercano di eliminarlo in tutti i modi possibili. Per questo motivo quando si parla di questa patologia si fa riferimento non solo alla sfera puramente estetica ma anche a quella psicologica che viene coinvolta per la non accettazione di sé.
Un esempio di dismorfismo, inoltre, potrebbe essere la scoliosi. I sintomi di questa patologia sono molteplici: paragonare il proprio fisico a quello degli altri; trovare difetti in alcune parti del corpo come naso, volto, capelli e le dimensioni del seno. Si pensa che gli altri passino il loro tempo deridendo il nostro aspetto e la convinzione che siamo brutti.
Dismorfia: come curarla
Chi soffre di dismorfismo, spesso, non riesce neanche ad accorgersene e a chiedere aiuto. A questo proposito è consigliabile recarsi da uno specialista o dal proprio medico di famiglia e parlare di quello che si sta vivendo e trovare un modo per affrontarlo.
Se i disturbi sono lievi, inoltre, il medico potrà raccomandare di seguire una terapia cognitivo comportamentale, per i sintomi più gravi, invece, si potrebbe anche ricorrere all’uso di farmaci.