La serie che racconta la vita del serial killer Jeffrey Dahmer sta spopolando su Netflix, ma quali sono le differenze con la storia vera?
È ormai diventata una delle serie Netflix più viste di sempre: Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer. Creata da Ryan Murphy e interpretata da Evan Peters, la serie racconta, in dieci puntate, la vita del serial killer che dagli anni ’70 agli anni ’90 ha terrorizzato lo stato del Wisconsin. Soprannominato “Il cannibale di Milwaukee”, Dahmer ha ucciso 17 giovani appartenenti quasi tutti a minoranze etniche, smembrando e mangiando i corpi delle vittime. La serie è stata acclamata in tutto il mondo, ma sono presenti alcune differenze tra la serie tv e la storia vera. Scopriamo quali sono.
Glenda Cleveland: la vicina di casa di Jeffrey Dahmer
Uno dei personaggi più importanti della serie è sicuramente la vicina di casa di Dahmer: Glenda Cleveland. Interpretata dall’attrice Niecy Nash, in realtà non è stata davvero la sua vicina. Il personaggio infatti si ispira sia a lei ma anche e sopratutto a Pamela Bass, la vera vicina di pianerottolo del killer. Un altro aspetto che si discosta dalla serie è il rapporto tra i due.
Infatti la donna, intervistata nel documentario The Jeffrey Dahmer File, ha raccontato che tra di loro c’era un bel rapporto di amicizia e che non ha mai sospettato dell’uomo. La famosa scena del sandwich che si vede in una delle puntate è successa davvero ma Pamela Bass ha mangiato il panino senza pensarci due volte, probabilmente ingerendo carne umana.
I poliziotti che hanno “aiutato” Dahmer
Una scena particolarmente pesante da sopportare avviene nella seconda puntata, quando i due poliziotti John Balcerzak e Joseph Gabrish non portano avanti correttamente le indagini e lasciano tornare il 14enne Konerak Sinthasomphone nelle mani di Dahmer. I due poliziotti sono esistiti davvero e la scena corrisponde alla realtà . A fine puntata viene anche riprodotta una telefonata realmente avvenuta tra Glenda Cleveland e gli ufficiali.
Al termine della serie, però, si vedono i due uomini che vengono eletti ufficiali dell’anno tra gli applausi e le congratulazioni dei colleghi. Questo non corrisponde alla realtà . I due poliziotti infatti sono stati licenziati nel 1992 e sono tornati alle loro mansioni solamente due anni dopo.
Il lavoro in laboratorio
Un’altra differenza tra la serie e la realtà è legata al lavoro in una banca del sangue che Dahmer ottenne nel 1981. La serie mostra il killer portare a casa alcune sacche di sangue e berle. Jeffrey lavorò realmente in quel laboratorio ma ha più volte confessato di non aver mai bevuto il sangue dei pazienti. Ha provato una sola volta il sangue all’interno di una fiala ma solo per sputarlo subito dopo.
La vittima Tony Hughes
Il sesto episodio della serie è incentrato completamente sulla vittima Tony Hughes. Interpretato da Rodney Burford, la vittima era un ragazzo sordomuto di 31 anni, ucciso il 24 maggio 1991. La storia della sua vita e della sua famiglia corrispondono alla realtà , ma non è chiara fino in fondo la natura della relazione tra i due uomini. La serie infatti fa intendere che Dahmer e Hughes avessero una relazione romantica già dal 1989, due anni prima dell’omicidio. Il serial killer ha però confessato di non aver mai incontrato il ragazzo prima della notte del 24 maggio.