Diastasi addominale dopo il parto: cos’è e come riconoscerla

Diastasi addominale dopo il parto: cos’è e come riconoscerla

Colpisce molte donne nel post parto: la pancia in rilievo potrebbe essere il segnale di una diastasi addominale. Scopriamo meglio cos’è e come riconoscerla.

Durante la gravidanza e nel periodo post-parto il corpo di una donna subisce numerosi cambiamenti, alcuni di questi possono essere negativi. Come nel caso della diastasi addominale, che può portare anche ad un intervento chirurgico e colpisce circa il 30% del neo-mamme, come è successo anche a Noemi Bocchi, compagna di Francesco Totti, che ha rivelato di averne sofferto.

Soffrirne durante la gravidanza è del tutto normale e il corpo ha il compito di ritornare come prima del concepimento in maniera lenta e naturale. Purtroppo, però, non sempre tutto torna al suo posto e la diastasi addominale continua a persistere nel corso del mesi post-parto. Scopriamo meglio di cosa si tratta e come riconoscerla.

Cos’è la diastasi addominale: sintomi

Il disagio in questione rappresenta il distacco dei due muscoli retti dell’addome, distanti uno dall’altro di circa 20-25 mm. Durante la gravidanza questo allontanamento avviene a causa dell’embrione che provoca un’espansione per poter occupare lo spazio necessario per crescere.

Donna incinta

Dopo aver partorito, avere la pancia in rilievo per i successivi mesi è del tutto normale perché il corpo e i muscoli addominali hanno bisogno di tempo per ritornare come era prima della gravidanza. Se il problema persiste oltre i 6 mesi, sicuramente si può parlare di diastasi addominale.

La diastasi può presentare principalmente un disagio estetico e si può trasformare in una vera patologia. Soffrirne può causare diversi problemi alla schiena provocando dolori addominali, nausea e difficoltà di digestione e respirazione, ma anche pesantezza, incontinenza e problemi posturali.

Le cause della diastasi

Certo, durante la gravidanza è difficile individuare le cause di questo problema, ma esistono comunque dei fattori di rischio che possono aumentare le possibilità. Eccone alcune:

-Gravidanze precedenti.
-Gravidanza gemellare.
-Parto dopo i 34/40 anni.
-Nascita del feto con un peso elevato.
-Obesità.
-Indebolimento muscolare.
-Tosse cronica.

In ogni caso, si può cercare di prevenire la diastasi durante la fase della gestazione, cercando di allenare i muscoli del pavimento pelvico e in generale facendosi seguire da un fisioterapista per una ginnastica corretta e lontana da sforzi eccessivi. Inoltre è bene controllare postura sia quando ci si siede che quando si cammina.

Come riconoscere la diastasi addominale post-parto

Se la pancia è in rilievo da mesi, ma non sei convinta si tratti di diastasi, l’unico metodo efficace per riconoscerla è calcolare la distanza fra i due muscoli. Solo così sarà possibile richiedere un parere del medico effettuando un’ecografia o una risonanza magnetica.

Un problema da non sottovalutare se si presenta anche senza una gravidanza, infatti può colpire anche gli uomini.