Depressione in Italia: quadro generale in peggioramento e non è solo colpa della pandemia

Depressione in Italia: quadro generale in peggioramento e non è solo colpa della pandemia

La depressione è, insieme all’ansia, uno dei mali più presenti e ricorrenti nelle nuove generazioni.

Si tratta di un disturbo mentale che spesso è difficile da diagnosticare, e questo porta spesso a un aggravamento del quadro clinico, con terapie che in alcuni casi risultano tardive e inadeguate. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità è intervenuta a più riprese per sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che è un problema diffusissimo e molto radicato nei tessuti urbani di grandi dimensioni, in cui le pressioni sociali si fanno più difficili da gestire. I soggetti più colpiti sono soprattutto persone giovani o che stanno affrontando problemi a livello lavorativo, ma la pandemia in questo senso ha sparigliato le carte, facendo cadere nel vortice della depressione tantissime persone insospettabili. E la pubblicazione del secondo “Mind Health Report”, un’indagine estesa promossa da Axa per monitorare il livello di benessere mentale ed emotivo in tantissimi paesi del mondo, è emerso che la popolazione italiana è in pole position tra quelle più colpite a livello di psicologico, a causa soprattutto dei livelli elevati di stress e dei problemi legati al sistema sociale ed economico. Inoltre, la riluttanza a parlare dell’argomento, alimenta lo stigma che accompagna le malattie di tipo mentale, non permettendo a chi ne ha veramente bisogno di ottenere l’assistenza necessaria. In tal senso Serenis Health si prefigge di offrire degli strumenti alternativi a quelli classici, proprio per superare quelle barriere che si frappongono tra la malattia e il raggiungimento del benessere mentale. La psicoterapia online può davvero essere la chiave di volta in tal senso. 

depressione

I numeri di Istat relativi alla depressione del 2017

Andando indietro di qualche anno, ci si accorge che la depressione era già al primo posto tra le malattie mentali nel nostro paese. Quasi tre milioni di persone interessate, con un’incidenza che cresceva con l’aumentare dell’età. Un altro fattore determinante è quello relativo alle condizioni socio-economiche del soggetto. Dai dati emerge che la fascia di popolazione più colpita era quella che deve far fronte a uno svantaggio economico e educativo. Per le persone con un grado d’istruzione meno elevato e che stavano affrontando dei problemi a livello occupazionale, la possibilità di cadere nel vortice della depressione rispetto a chi ha un titolo di studio accademico e un posto di lavoro stabile e caratterizzato da un trattamento salariale adeguato, erano più elevate. 

L’impatto della pandemia

In uno studio condotto nel 2001 dalle università di Genova e Pavia finalizzato a creare un quadro sulle malattie mentali in seguito all’esplosione dell’emergenza sanitaria, è emersa la tendenza al peggioramento dei sintomi relativi alla depressione, con un generale peggioramento della qualità di vita dei soggetti, con privazione del sonno e delle attività sociali. Inoltre, è stato riscontrato un netto aumento del consumo di medicinali antidepressivi e ansiolitici. La categoria di italiani più colpita, e non è certo una sorpresa, è quella interessata direttamente dal contagio da Covid-19, o che comunque ha avuto a che fare col virus. In entrambi i casi è stato registrato un aumento importante di disturbi come insonnia e ansia, con tendenza alla comparsa di sintomi propri della depressione.
Anche le incertezze relative al futuro, a livello occupazionale ed economico hanno inciso sulla maggiore insorgenza di segnali depressivi, con un’incidenza anche in questo caso maggiore per le persone con un reddito più basso. 

Le donne sono le più colpite

I numeri, anche in questo caso, mettono i soggetti di sesso femminile tra quelli più esposti al rischio di malattie mentali. Le percentuali sono nette e inequivocabili: 38% in più rispetto agli uomini in relazione al peggioramento della qualità del sonno, e addirittura numeri superiori del 63%  per ciò che concerne i sintomi legati alla depressione.