Demi Lovato lascerà l’ospedale, ma non tornerà a casa

Demi Lovato lascerà l’ospedale, ma non tornerà a casa

Demi Lovato starebbe meglio e sarebbe pronta per lasciare l’ospedale dove è ricoverata dallo scorso 25 luglio per andare in rehab…

Buone notizie per Demi Lovato, che negli ultimi giorni ha fatto tremare di paura i suoi fan per le sue condizioni di salute. L’ex stellina Disney, che lo scorso 25 luglio è stata ricoverata in ospedale per un’overdose (si diceva di eroina), sembra stare meglio. L’informatissimo sito americano TMZ riporta che la ragazza starebbe rispondendo bene alle cure e per questo domenica dovrebbe lasciare l’ospedale ed entrare in rehab, dove riceverà tutto l’aiuto di cui ha bisogno per disintossicarsi.

Dal Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, Demi andrà in un centro di riabilitazione a tempo indeterminato, ovvero finchè non starà meglio. “Demi si è scusata con i suoi genitori e la sua famiglia per le sue ricaduta. Sarà una strada lunga, dolorosa, difficile per lei. Si sente demoralizzata dopo il suo calvario e non vuole più sentirsi così“, ha fatto sapere una fonte a HollywoodLife.

Non è la prima volta, infatti, che la cantante e attrice si fa ricoverare: già otto anni fa è stata in rehab (secondo alcune fonti per un esaurimento nervoso, secondo altre per disturbi alimentari).

Demi Lovato

Come sta Demi Lovato?

L’ultimo comunicato ufficiale sul suo stato di salute faceva sapere che: “Demi è sveglia e con accanto la sua famiglia, che vuole ringraziare tutti per l’amore, le preghiere e il sostegno (…)

Alcune delle informazioni riportate non sono corrette. Chiediamo rispettosamente privacy e di evitare speculazioni, poiché la sua salute e il suo recupero sono la cosa più importante in questo momento“, diceva in una nota il suo portavoce.

Solo qualche mese fa la cantante aveva pubblicato un singolo, Sober, facendo pubblicamente ammenda per aver interrotto la sua sobrietà dopo sei anni lontana da alcol e droga. Tristemente, gli ascolti della canzone e le sue visualizzazioni sono aumentati vertiginosamente (si parla del 200% solo negli Stati Uniti) dopo il suo ricovero.