Delitto a Reggio Emilia: Cecilia uccisa dall’ex ragazzo per una foto

L’ennesimo femminicidio che si consuma in Italia: è successo a Reggio Emilia dove la giovane Cecilia è stata uccisa dall’ex ragazzo per via di una foto scattata con i suoi amici.

Cecilia Hazana Loayza, 34 anni, originaria di Lima in Perù, e residente a Reggio Emilia è stata uccisa dall’ex ragazzo, Mirko Genco, impazzito dopo aver visto una sua foto sui social con alcuni amici.

La ragazza aveva già denunciato l’uomo per violenze e stalking, ma lui era libero grazie al patteggiamento e alla pena sospesa. Insomma, un caso già segnalato ma che purtroppo non poteva essere risolto a causa della legge italiana. Cecilia sabato sera si trovava in un pub con degli amici per trascorrere una serata tranquilla, di cui testimonianza era una foto scattata e pubblicata sui social. Proprio questa foto pare abbia fatto scattare la gelosia in Mirko, che l’ha poi massacrata nel Parco della Polveriera, dove lei passava sempre per tornare a casa.

A due passi da casa a Reggio Emilia, Genco ha aggredito Cecilia, prima tentando di strangolarla poi, lasciandola priva di sensi, le avrebbe preso le chiavi dalla borsetta, sarebbe salito in casa a prendere un coltello, con cui poi l’avrebbe uccisa. 

Mirko, 24 anni, aveva cominciato a frequentarsi con Juana Cecilia sei mesi fa. Poi la relazione era stata interrotta ad agosto, con la denuncia di lei per stalking. Esasperata dal controllo ossessivo che Genco esercitava su di lei, Cecilia si è rivolta alle autorità per denunciarlo. L’uomo viene arrestato due volte, poi le ultime misure cadono a inizio novembre, quando patteggia a due anni. 

Ora Mirko Genco si trova al carcere di Reggio Emilia, dove ha confessato il delitto compiuto. Non ha negato nulla, anzi è stato lui a raccontare di quella foto di Cecilia, che gli avrebbe fatto scattare l’irrefrenabile impulso di vederla la sera stessa.

Gli amici e la famiglia di Cecilia, la mamma che ora dovrà prendersi cura del suo bambino di un anno e mezza, sono sconvolti e vogliono giustizia. Centinaia di cittadini, per questo, sono scesi in strada l’indomani della tragedia, organizzando un sit-in silenzioso, per protestare contro il meccanismo di legge che ha permesso, legittimamente, a Genco di essere libero.