Una commovente lettera di Anna e Renato, mamma e papà di Davide Astori, è stata letta in diretta su Sky, ad un anno dalla morte del calciatore.
Una lettera che ha commosso. I genitori di Davide Astori, ad un anno dalla scomparsa dell’amato figlio, hanno scelto di ricordare così l’ex capitano della Fiorentina, volendo soprattutto ringraziare chi in questi dodici mesi ne ha tenuto vivo il ricordo. “Un anno senza Davide non si può raccontare. Non esistono le parole, ma forse neanche servono, perché in fondo quello appena passato è stato un anno CON Davide, in un modo diverso e che non avremmo mai voluto scoprire, ma comunque insieme a nostro figlio”.
Così inizia la lettera di Anna e di Renato, la mamma e il papà di Davide, letta nel pomeriggio sportivo di Sky, nella giornata in cui su ogni campo di Serie A Astori è stato ricordato con commozione. “La nostra voce oggi non è più quella che Davide ha sentito sin da bambino e forse adesso farebbe fatica a riconoscerla, perché il dolore l’ha cambiata per sempre”. Ma il ricordo deve essere vivo: “Davide era speciale. Continuate a ricordarlo“.
Davide Astori, la morte il 4 marzo del 2018
Quello che ha colpito di più di questa tragedia, oltre purtroppo alle modalità che hanno portato alla scomparsa del giovane Davide, è l’affetto diventato una costante, il ricordo che mai si è affievolito, nemmeno dopo un anno.
Era il 4 marzo del 2018 quando si diffondeva la notizia della morte del calciatore. Uno shock per i compagni che con lui si trovavano in ritiro a Udine, un colpo al cuore per la compagna Francesca Fioretti, per Anna e Renato, per il fratello di Davide e per la comunità viola.
E i genitori, dodici mesi dopo, lo hanno voluto ricordare così. “Affidiamo a voi i nostri sentimenti, così come tanti amici hanno fatto in questi giorni in cui il ricordo si è fatto inevitabilmente più intenso”, hanno scritto Anna e Renato.
Davide Astori, il ricordo di mamma e papà
“Tanti in questi mesi ci hanno detto che il nostro Davide era speciale, dotato di una gentilezza rara, spesso disarmante”, continua così la lettera. “Ed è vero. Davide non doveva sforzarsi per esserlo, è sempre stato così, sin da bambino: naturalmente, istintivamente, gentile”.
“Ma guai a scambiarla per debolezza o remissione: era la sua forza. Davide era fortissimo, era la roccia a cui aggrapparci. Per questo noi oggi cerchiamo di essere forti come lui, ma soprattutto come lui ci vorrebbe”, si conclude il ricordo.