A causa dell’emergenza Coronavirus, Londra è in crisi: lo smart working continua a piacere agli inglesi, a discapito delle piccole imprese che vivevano sui consumi dei lavoratori fuori casa.
Non solo l’Italia. Il Covid ha messo in ginocchio molti paesi in tutto il mondo. Tra questi, anche il Regno Unito, e in particolare la sua capitale, Londra. La City si è infatti ‘svuotata’ durante il periodo del lockdown e, anche in questa fase di ripresa post-estate, non sembra si stia riattivando: gli uffici restano deserti, i bar chiusi e in giro si vedono poche persone. E la colpa di questa crisi non sta tanto nella paura del virus, quanto nell’amore dei londinesi per lo smart working.
La crisi di Londra nel post-Covid
Sembra incredibile, ma anche Londra, una delle metropoli più vive e attive del pianeta, sta rischiando di spegnersi per sempre. Lo rivelano i dati: mentre nel resto d’Europa tra il 70 e l’80% dei lavoratori stanno tornando a riempire gli uffici (anche in Italia), in Gran Bretagna il rientro è fermo al 40% e a Londra non si raggiunge nemmeno il 20%.
Numeri preoccupanti, che vanno in netto contrasto con la volontà del governo, che già nella prima settimana di settembre aveva invitato le persone a tornare al lavoro in sede, attivando una campagna fallita però sul nascere. D’altronde, un recente sondaggio della Bbc ha fatto venire a galla una verità allarmante: nessuna delle 50 maggiori aziende britanniche ha predisposto un piano per il rientro dei dipendenti in ufficio. E anche i ministeri stanno pubblicando offerte di lavoro da casa. Tutta colpa del Covid?
Londra: lo smart working è un problema
La risposta alla domanda precedente è no. A frenare i londinesi non è infatti tanto la paura del contagio, bensì la volontà di non tornare in quella routine stressante che aveva reso le vite impossibili. Tra ore di viaggio in metropolitana, pasti costosi e insapori, interazioni stressanti con i propri colleghi e superiori, la prospettiva di un ritorno in ufficio non sembra particolarmente intrigante per i lavoratori britannici. Rinunciare alle comodità dello smart working per molti di loro è in questo momento impossibile.
Ma questo rintanarsi in casa non fa bene all’economia della City. L’intero sistema economico della capitale britannica infatti si reggeva sul movimento delle persone nel corso delle giornate e sui loro consumi, dagli spostamenti alla pausa pranzo. Non a caso, molte piccole imprese, specialmente nel campo della ristorazione, sono già state costrette a licenziare dipendenti o a rinunciare alla riapertura. Come superare questa impasse è adesso la sfida del governo: in gioco c’è il futuro della città.