Covid: la nuova variante BQ.1.1 (Cerberus) causerà un’altra ondata?

Covid: la nuova variante BQ.1.1 (Cerberus) causerà un’altra ondata?

La varante BQ1.1. sta portando l’aumento dei contagi in molti Paesi e la preoccupazione degli esperti cresce.

Nell’ultimo periodo stanno aumentando in maniera considerevole i casi di Covid provocati dalla variante BQ.1.1.. Soprannominata Cerberus, questa nuova sottovariante del coronavirus SARS-CoV-2 è “figlia” di Omicron BA.5 e sta crescendo in tanti Paesi. Gli esperti sono quindi sempre più preoccupati e prevedono una possibile nuova ondata già a novembre.

Covid: la variante Cerberus preoccupa numerosi Paesi

virus covid

La variante BQ.1.1. si sta diffondendo in maniera preoccupante in numerosi Paesi. Mike Honey, specialista di Data Integration e Data Visualisation dell’Università di Melburne, ha segnalato quando sia grande la diffusione già oggi. Secondo l’uomo, Cerberus rappresenta il 3% dei casi in Francia, il 2% dei casi in Belgio e il 2% dei casi nel Regno Unito.

L’impennata dei casi di questa variante di Covid, quindi, risulta notevole. L’esperto ha notato che attorno al 18 settembre in Francia si è passati dall’1,5% dei casi a oltre il 3% dei casi. Per il momento in Italia i casi sono ancora sotto l’1%.

Nuova ondata entro novembre?

Il rischio nuova ondata di Covid è quindi sempre maggiore e a riferirlo sono proprio gli esperti. Il Dottor Cornelius Roemer, bioinformatico specializzato in evoluzione virale del “Biozentrum” dell’Università di Basilea, ha lanciato l’allarme su Twitter. Qualche giorno fa ha scritto che “sta diventando abbastanza chiaro che BQ.1.1 guiderà un’ondata di variante in Europa e Nord America prima della fine di novembre”.

Anche il Professor Tom Peacock, virologo dell’Imperial College di Londra, teme che Cerberus possa causare nuovi picchi a breve.

Perché la variante BQ.1.1. si sta imponendo rispetto agli altri ceppi di Covid?  

La nuova variante BQ.1.1. si sta imponendo per via del mix peculiare di mutazioni che sono presenti in Cerberus. Il Covid-19, infatti, nel corso del tempo ha mutato sempre di più diventando maggiormente trasmissibile. Inoltre, le mutazioni risultano sempre più elusive nei confronti degli anticorpi neutralizzanti indotti dal vaccino o da una precedente infezione naturale.

In particolare, il dottor Cornelius Roemer ha dimostrato che Cerberus riesce a sfuggire agli anticorpi monoclonali che risultano efficaci contro BA.5. Proprio per questo motivo, l’esperto suggerisce a chi è idoneo di fare una dose di richiamo di vaccino.