Nuova variante Acrux del Covid: quali sono i sintomi e le caratteristiche della variante che si sta diffondendo in India e Stati Uniti.
La pandemia da Covid è in fase remissiva, ma non è ancora finita. Il virus non si arrende. Mentre in Italia e in Europa siamo alle prese con il cosiddetto “brodo” di varianti, ovvero l’attacco simultaneo di cinque diverse varianti di Omicron, in altre parti del mondo è stata individuata una nuova variante in grado di preoccupare per la sua contagiosità. Ribattezzata Acrux, è la variante Xbb.2.3, e deve il suo nome al sistema stellare Alfa Crucis. Scopriamo insieme quali sono le sue caratteristiche e come possiamo riconoscerla.
Covid, nuova variante Acrux: le caratteristiche
Diffusa per il momento in India, in alcune zone dell’Asia, negli Stati Uniti e con qualche caso isolato anche in Spagna, la nuova variante sembra avere un’origine non chiara, secondo quanto riferito da fonti indiane. al momento è quindi difficile comprendere se si tratti di una nuova, ennesima, mutazione di Omicron.
Al momento sappiamo che è diffusa soprattutto in Singapore e in India (con percentuali di contagio superiori al 20%), che si sta espandendo anche in Spagna (è all’11%) e in Australia, ma che è stata segnalata anche in Giappone, Cina, Corea del Sud, Regno Unito e Stati Uniti. Sul suo grado di contagiosità non ci sono però informazioni certe. Saranno necessari ulteriori studi per poter comprendere il grado pericolosità di questa nuova mutazione che preoccupa gli esperti.
Varianti e vaccini: la situazione
Del resto, nonostante l’arrivo di Acrux, in tutti i paesi del mondo, compresi quelli colpiti anche da questa nuova mutazione, per ora restano dominanti altre varianti Xbb del Covid, come Kraken e Arturo. In Italia, in particolare, siamo alle prese con una situazione di equilibrio tra diverse varianti che si stanno mescolando e dividendo i contagi. Sono cinque per ora le varianti diffuse nel nostro paese: oltre alle già citate Kraken e Arturo, perseverano anche Hyperion, Cerberus e Centaurus.
Anche per questo motivo, nonostante le restrizioni siano in buona parte terminate, resta alta l’allerta nel nostro paese e nel resto dell’Europa. Il tutto mentre invece dagli Stati Uniti arriva la notizia dell’eliminazione dell’obbligo di vaccinazione per dipendenti federali e viaggiatori internazionali dall’11 maggio. Una decisione destinata a fare rumore e, probabilmente, a essere imitata anche in altri paesi. E questo nonostante la preoccupazione, nella comunità scientifica, sia ancora alta. Anche perché la vaccinazione continua a restare l’arma principale per cercare di depotenziare il contagio.
Insomma, la pandemia sta forse per terminare, ma al momento non è possibile prevedere quando potremo liberarci definitivamente dell’incubo Covid. L’arrivo di ulteriori mutazioni rende infatti necessario mantenere alta l’attenzione, per evitare di incappare nuovamente negli errori di tre anni fa.