Covid: cos’è e come funziona il test fai-da-te?

Covid: cos’è e come funziona il test fai-da-te?

Cos’è e come funziona il test fai-da-te presentato dal governatore del Veneto, Luca Zaia: un kit semplice da usare e capace di dare risultati in pochi minuti.

Grande novità sul fronte della lotta al Covid: è in arrivo il test fai-da-te. Lo ha presentato in conferenza stampa il 16 novembre il presidente del Veneto Luca Zaia. Si tratta di un kit per poter fare il tampone in completa autonomia, ottenendo il risultato in pochissimi secondi: basta un minuto e mezzo per capire se si è positivi o meno al Covid! Ecco come funziona questo test rivoluzionario.

Test fai-da-te per il Covid: come funziona

Al classico test molecolare o seriologico, si aggiunge il test fai-da-te- Presentato dal governatore veneto Zaia, il kit è formato da una provetta con il reagente e un tampone di dimensioni contenute. Ma come funziona nella pratica? Semplice: basta inserire il tampone nel naso e poi spostarlo nella provetta. Dopo un minuto e mezzo, il test è in grado di dirci se siamo o meno positivi al Covid-19.

Tampone coronavirus

Spiega Zaia, parlando dei rischi di questo tipo di test: “Se fossimo in Giappone magari ci verrebbe naturale denunciarci se siamo positivi. Bisogna capire che quando una persona ha in mano un test fai-da-te non ha in mano solo le sorti della sua vita, ma anche quella della comunità“. Così il Governatore ha invece presentato questa novità sui social:

Quanto costa il test fai-da-te

Dal 16 novembre è iniziata in Veneto la sperimentazione su 5mila kit. Solo dopo aver avuto i risultati l’Istituto Superiore di Sanità sceglierà se rendere disponibili al pubblico i test nelle farmacie. Per quanto riguarda il prezzo, Zaia ha assicurato che costeranno pochi euro. In America una soluzione di questo tipo è già stata messa in vendita al costo di circa 4 euro.

Quello che tutti si chiedono è però se il risultato sia attendibile. Si tratta di una questione delicata e senza una risposta certa. Di fatto, anche il test rapido sta dividendo gli scienziati. C’è chi ha infatti bollato questa soluzione come un aiuto allo screening di massa, perché potrebbe permettere alle persone di superare l’ansia da tampone, ma c’è anche chi ha sottolineato come affidarsi all’autodiagnosi possa essere rischioso. Chi può infatti assicurare che un positivo non scelga di andare in giro lo stesso anche dopo aver scoperto la propria positività?

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