Covid, scoperta una proteina nei pazienti gravi che può migliorare le cure e le diagnosi

Covid, scoperta una proteina nei pazienti gravi che può migliorare le cure e le diagnosi

Alcuni ricercatori svedesi hanno scoperto una proteina nei pazienti gravi di Covid che può migliorare sia le cure che le diagnosi.

Potrebbe esserci una svolta nella cura e nella diagnosi del Covid-19. Alcuni ricercatori svedesi hanno scoperto una proteina nei pazienti gravi che potrebbe fermare la malattia prima della manifestazione dei sintomi più pericolosi. Non solo potrebbe essere utile nella cura, ma anche nella diagnosi.

Covid: scoperta una proteina che può migliorare le cure e le diagnosi

Una ricerca svedese, pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers in Immunology, potrebbe migliorare le cure e le diagnosi del Covid-19. Gli scienziati dell’Istituto di medicina ambientale del Karolinska Institutet di Stoccolma, in collaborazione con i colleghi del Dipartimento di Scienze Cliniche e del Dipartimento di Medicina Respiratoria e Allergologia dell’Ospedale Universitario Karolinska, hanno scoperto una proteina che potrebbe cambiare il futuro del Coronavirus. Si tratta della interleuchina-26 (IL-26), i cui livelli sono parecchio elevati nei pazienti che sviluppano il Covid in forma grave. Gli studiosi, capitanati dal dottor Eduardo Cardenas della Divisione di ricerca polmonare e delle vie aeree, hanno analizzato 50 pazienti con infezione grave. La ricerca, condotta tra giugno 2020 e gennaio 2021, ha portato ad una scoperta che potrebbe cambiare le sorti della battaglia contro il virus.

Possiamo dimostrare per la prima volta che i livelli ematici della citochina IL-26 sono molto più alti nei pazienti con COVID-19 rispetto ai controlli sani. (…) La nostra scoperta ci fornisce un potenziale biomarcatore per la COVID-19 grave, ma dati gli effetti antivirali dell’IL-26, potremmo anche aver identificato un nuovo bersaglio terapeutico. I nostri risultati indicano che l’aumento di IL-26 sistemico si associa a marcatori di iperinfiammazione e danno tissutale nei pazienti con COVID-19 acuto, determinando così la chinocidina IL-26 come potenziale bersaglio per la diagnosi, il monitoraggio e la terapia in questa malattia mortale“, ha dichiarato il dottor Cardenas.

Covid: quando potrà essere utilizzata la proteina?

La proteina scoperta dagli scienziati svedesi non aiuterebbe soltanto nella cura dei pazienti affetti da Covid-19, ma consentirebbe anche di sviluppare nuovi test diagnostici precoci. Questi, secondo un primo studio, potrebbero rilevare la malattia prima dell’arrivo dei sintomi più gravi. Non solo, la interleuchina-26 (IL-26) potrebbe anche portare alla scoperta di farmaci innovativi. Prima che tutto ciò avvenga, però, sono necessarie indagini più approfondite.