Il Ministero della Salute ha pubblicato una circolare che aggiorna sulle regole da seguire nel 2023 in fatto di Covid, quarantena e tamponi.
Il Ministero della Salute ha aggiornato, dal 1 gennaio 2023, le regole Covid per quanto riguarda tamponi e quarantena. Da ieri, per gli asintomatici sono previsti 5 giorni di quarantena, al termine dei quali non è più necessario avere un tampone negativo. Oltre a questo, nuove regole anche per chi è entrato in contatto con un positivo: non più 10 giorni di isolamento, ma solo 5, con obbligo però di indossare la mascherina FFP2 in luoghi chiusi e in caso di assembramento fino al decimo giorno dall’inizio dei sintomi.
Covid: le nuove regole del 2023
Le norme anti Covid saranno allentate in Italia, lo decide il Ministero della Salute. Come si legge nella nuova circolare: “Per i casi che sono sempre stati asintomatici e per coloro che comunque non presentano sintomi da almeno due giorni, l’isolamento potrà terminare dopo 5 giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi, a prescindere dall’effettuazione del test antigienico o molecolare”.
Rimane l’obbligo di tampone invece per diverse categorie: immunodepressi, personale sanitario e per chi arriva dalla Cina. Per quanto riguarda gli immunodepressi, sulla circolare si legge: “Per i casi in soggetti immunodepressi, l’isolamento potrà terminare dopo un periodo minimo di 5 giorni, ma sempre necessariamente a seguito di un test antigenico o molecolare con risultato negativo”.
Lo stesso vale per il personale sanitario: se asintomatici da almeno 2 giorni, l’isolamento può concludersi in seguito ad un tampone negativo. Molta attenzione per coloro che arrivano in viaggio dalla Cina, visto l’aumento dei casi nel paese. Almeno 5 giorni di quarantena, al termine dei quali, se si è asintomatici, è obbligatorio il tampone negativo.
Il 4 gennaio, poi, è previsto un incontro tra i paesi membri dell’Unione Europea per discutere proprio riguardo i viaggiatori dalla Cina. Come si legge in una nota ufficiale: “La Svezia sta cercando una politica comune per l’intera Ue circa l’introduzione di possibili restrizioni all’ingresso”.