Ferie illimitate: cosa sono, come funziona e quali sono le aziende che le offrono nel nostro paese ai propri dipendenti.
In un mondo del lavoro in continua evoluzione, la pandemia da Covid ha creato un solco evidente tra il prima e il dopo, dando un impulso definitivo ad alcuni fenomeni destinati a modificare per sempre le abitudini dei lavoratori. Ormai è consuetudine lo smart working e sono sempre di più le aziende che stanno rispondendo al fenomeno delle “grandi dimissioni” con nuovi strumenti a disposizione dei dipendenti per permettere loro di bilanciare il lavoro con le nuove esigenze relative alla vita privata. Uno di questi è quello delle “ferie illimitate”, da diversi anni offerte da alcune multinazionali americani e adesso previste in Italia, seppur solo in alcune realtà . Scopriamo insieme cosa sono e come funzionano.
Ferie illimitate: cosa sono e come funzionano
Galeotto fu il Covid. La pandemia ha mostrato a molti lavoratori, abituati alla consueta routine, i pro (e anche i contro) dello smart working, e ha portato alla luce nuove esigenze relative al proprio tempo libero e alla propria vita privata, molto spesso sacrificata a causa del traffico e delle difficoltà legate al lavoro nelle grandi metropoli. Anche per questo negli Stati Uniti, ma poi anche in Europa e in Italia, sono aumentate a dismisura, dal 2021, le dimissioni. Molti professionisti hanno infatti deciso di licenziarsi non solo per inseguire carriere e stipendi migliori, ma anche migliori condizioni lavorative.
Per venire incontro a queste nuove esigenze, sempre più aziende, soprattutto le multinazionali, desiderose di non perdere i propri talenti migliori, hanno adottato strumenti innovativi come quello delle ferie illimitate. Ma di cosa si tratta e come funzionano?
A “promuoverle” è stata Microsoft, che ha comunicato ai propri dipendenti la possibilità di usufruire, dal 16 gennaio, di un piano di Discretionary Time Off, “tempo libero discrezionale“, per potersi dedicare alla propria vita al di fuori dell’ufficio. In partica, i dipendenti che superano i giorni di ferie stabiliti dal contratto non riceveranno trattenute sullo stipendio.
L’azienda offre ai dipendenti un pacchetto base di dieci giorni. Un pacchetto che comprende congedi, permessi per malattia, lutto, jury duty (il servizio da giurato) e altre occasioni eccezionali, cui si aggiungono le chiusure aziendali. Accanto a queste ferie “standard” ha però creato anche i famigerati permessi illimitati pagati, che possono essere sfruttati in base alla propria organizzazione lavorativa. Per chi poi accumula ferie non godute, è previsto anche un bonus una tantum, in arrivo ad aprile. Tutte novità che riguardano solo i dipendenti statunitensi, per questioni burocratiche.
Ovviamente, un’offerta del genere conviene non solo ai dipendenti, ma anche all’azienda stessa. Calcolando solo dieci giorni di ferie l’anno potrà infatti pagare una liquidazione minore ai dipendenti in caso di licenziamento o dimissioni.
La situazione in Italia
Fermo restando che le “ferie illimitate” non sono state propriamente create da Microsoft, ma che erano state promosse da Richard Branson della Virgin Group già nel 2014, in Italia stanno prendendo piede con estrema lentezza. Il nostro paese ha accolto infatti già con discreto scetticismo lo smart working, diffuso ma ancora non al livello di altri paesi. Come ha, per il momento, ridotto al lumicino anche la possibilità della settimana corta (4 giorni di lavoro a settimana) che ha invece preso piede anche in altri paesi europei.
Le ferie illimitate restano quindi un miraggio in Italia, con le consuete eccezioni. In particolare, il Gruppo OneDay (quello di società come ScuolaZoo) ha adottato questa policy dal gennaio del 2022, seguito da Seedble, società di consulenza manageriale, e poi dall’azienda veneta Velvet Media. Primi esempi di pionieri che potrebbero aprire le porte a una piccola rivoluzione.