Si tratta di una pratica che tende e biasimare e a condannare chi fa dei viaggi: ecco cos’è e cosa significa travel shaming, con anche alcuni esempi d’uso.
In epoca di Covid-19, i problemi sono molti e ancora di più sono le situazioni di disagio che si vengono a creare. Una di queste è la possibilità di fare dei viaggi, proibiti in certi periodi con una percentuale alta di contagiati in Italia, ma che diventano possibili in altri, caratterizzati dalle riaperture delle attività commerciali e dell’abbassamento della pressione ospedaliera. In questo contesto si è venuto a creare la pratica del “travel shaming“, ovvero la tendenza a condannare e a biasimare chi può viaggiare, nelle seconde case e anche per piacere. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
- Origine: dal contesto della pandemia del Covid-19.
- Quando si usa: per condannare senza se e senza ma le persone che viaggiano.
- Lingua: inglese.
- Diffusione: globale.
Il significato e l’origine del travel shaming
Travel shaming si traduce letteralmente in “vergogna a viaggiare“. Questa pratica si manifesta in particolar modo sui social network, dove spesso succede che le persone, in particolare le celebrities che spesso viaggiano anche in periodo di pandemia, reagiscano commentando biasimando e condannando il viaggio, un po’ per invidia un po’ per la pandemia in corso.
Succede anche alle persone non vip, che postano sui social scatti dei loro viaggi e spostamenti, magari nelle secondo case. Questo modo di fare genera biasimo e vergogna nel fare le cose, e questo potrebbe portare a problemi psicologici.
Esempi di travel shaming
Come detto, il travel shaming è più facile che si presenti sotto i post delle persone famose, come ad esempio quando Kim Kardashian ha regalato un viaggio privato a parenti e ad amici nella Polinesia Francese.
O anche ad alcune influencer italiane che hanno postato foto a Dubai, intente di shooting fotografici. Spesso la motivazione di queste personalità è il viaggio di lavoro, ma gli utenti non sono molto propensi ad ammettere di aver frainteso.