Il “caso Lidl” ha scaturito l’attenzione sulla pratica del resellare, tanto familiare soprattutto tra gli adolescenti.
Da diversi anni a questa parte ormai il fenomeno reseller è sulla bocca di tutti: mass media, adolescenti e non. Già anni fa ne parlò, con la solita lungimiranza, Striscia la Notizia, il celebre tg satirico di Canale 5, non in modo particolarmente entusiasti. Che si sia favorevoli o meno, una cosa è innegabile: la pratica ha finito ulteriormente per diffondersi, tanto da aver preso largamente piede pure nei nostri confini. Ecco perché crediamo possa risultare interessante chiarire cosa significa il termine resellare e in quali casi è corretto applicarlo.
- Origine: dall’inglese resell, ossia rivendere.
- Dove viene usato: per indicare la pratica di rivendere i propri prodotti, spesso esclusivi e in edizione limitate, a prezzi notevolmente superiori sui siti internet.
- Lingua: italiano.
- Diffusione: nel quotidiano.
Il significato di resellare
Nella sua forma più semplice il reselling significa possedere un prodotto parecchio ricercato, solitamente in edizione limitata, per poi rivenderlo a un prezzo maggiorato a coloro che non riescono a procurarselo in altra maniera. Interessa principalmente il settore delle sneakers, soprattutto le scarpe da ginnastica, generalmente di marca, ad esempio la linea Yeezy del rapper Kanye West, creata in collaborazione con la Adidas, ma anche capi di abbigliamento di varie griffe, tra cui Supreme.
A novembre 2020 è scoppiato il “caso Lidl”. L’operatore della grande distribuzione ha messo sul mercato sneakers della collezione streetwear low cost ad appena 13 euro nei quasi 700 punti vendita italiani. In pochi giorni l’articolo è andato sold-out e si è così innescata una corsa sfrenata all’acquisto. Da qui la spinta al reselling online.
Esempi d’uso
Ecco qualche esempio d’uso in casi pratici:
“Si è formato un esercito di adolescenti con l’aspirazione di rivendere, resellare”.
“Resellare: quando gli adolescenti guadagnano più di mamma”.