Con il disegno di legge Zan è entrata nell’uso comune la parola omotransfobia. Ecco che cosa vuol dire e perché è tanto rilevante.
La parola omotransfobia è tornata di attualità negli ultimi mesi, in seguito al dibattito politico generato dalla legge Zan, dal cognome del relatore Alessandro Zan, esponente del Partito democratico. Ma qual è il significato di omotransfobia? Proviamo a capirlo, con alcuni esempi pratici per facilitare la comprensione.
- Origini: dal linguaggio giuridico.
- Dove viene usato: per indicare una forma ossessiva di avversione per l’omosessualità e gli omosessuali, la transessualità e i transessuali.
- Lingua: italiana.
- Diffusione: nel quotidiano.
Il significato di omotransfobia
Il termine omofobia deriva dal greco όμός (stesso) e φόβος (timore). Da un punto di vista letterale, significa nutrire paura verso le persone del medesimo sesso. In sostanza, si manifesta nella intolleranza nei confronti di donne e uomini omosessuali. In tale ambito confluiscono sia le offese di esclusivo carattere verbale, ma anche le aggressioni fisiche. Mentre con omofobia si rimanda all’odio e la paura nei riguardi degli omosessuali, l’omotransfobia aggiunge la dimensione della transessualità alla nozione.
Il vocabolo è contenuto nel ddl, depositato alla Commissione Giustizia della Camera il 1° luglio 2020. Il concetto espresso dalle leggi Mancino e Reale (artt. 604-bis e 604-ter c.p.), viene ampliato: al divieto di discriminazione per questioni razziali, etniche e religiose si aggiunge quello fondato sul genere e sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere.
Un sentimento di ostilità e repulsione che va, dunque, oltre alla fobia. Ecco perché negli ultimi anni è al vaglio una normativa in proposito. Consapevoli della loro influenza sull’opinione pubblica, celebrità come Elodie e Fedez sono scese in campo per sollecitare un intervento legislativo.
Esempi d’uso
Ecco qualche esempio d’uso in casi pratici:
“La legge contro l’omotransfobia dà diritti a chi non ne ha”.
“Questa gente è omotransfobica”.