L’oblio non indica necessariamente un problema, ma può esserlo in certi casi. Ecco quali varianti esistono.
Cosa vuol dire oblio? In quali contesti è corretto adoperare la parola e in quali no? Partendo dal presupposto che è largamente diffusa, il significato finisce talvolta per essere mal interpretato e, di conseguenza, suscitare fraintendimenti. Per cancellare qualsiasi dubbio continua a leggere perché non solo ti forniremo una definizione e ti spiegheremo da dove deriva, ma ci avvarremmo di qualche esempio, così da chiarire eventuali perplessità rimaste.
- Origini: dal latino oblivium.
- Dove viene usato: per indicare un fenomeno in base al quale la traccia dei ricordi si frammenta, fino alla loro completa perdita.
- Lingua: italiano.
- Diffusione: nel quotidiano.
Il significato di oblio
Oblio deriva dal latino oblivium, costituito da ob (verso) e liv (scolorire, divenire oscuro). Sostanzialmente, è un fenomeno a causa del quale la traccia di certe informazioni composte nella memoria si frammenta. Accade una cattiva conservazione e diversi ostacoli si frappongono nel tentativo di recuperare i ricordi. Nel momento in cui ciò accade, i dettagli cominciano ad apparire nebulosi, fino alla completa perdita della traccia.
Nello studio del fenomeno chiamato “oblio” si identificano due forme clinicamente rilevanti. Indipendentemente dalla ridondanza, la variante numero uno, detta accidentale, consiste in una dimenticanza non voluta. Poiché la memoria non è illimitata, laddove ciò non avvenisse, diverrebbe complicato fare spazio ai nuovi dati da tenere a mente. Talvolta è fonte di disagio, come raccontato al cinema dal toccante The Father di Anthony Hopkins (che interpreta un signore affetto dal morbo di Alzheimer), premiato alla Notte degli Oscar 2021.
Poi c’è l’oblio motivato. In tal caso un individuo esegue dei processi mentali o ha dei comportamenti, il cui fine è ridurre l’accesso a un ricordo. Quanto può talvolta capitare al verificarsi di situazioni traumatiche, episodi da scordare poiché magari fonte di sofferenza.
Esempi d’uso
Ecco qualche esempio d’uso in casi pratici:
“Il dramma non cada nell’oblio”.
“Ripartenza non equivale a oblio”.