Di cosa si parla quando si parla della N-Word? Si tratta di una frase razzista, che viene bandita e non si può dire. Ecco cosa sapere.
Ci sono parole che non si possono dire, a meno di creare imbarazzo, disgusto e risentimento. Quando se ne parla dal punto di vista oggettivo, si può utilizzare un termine generico che ne fa intendere il senso e che elimina i brutti sentimenti delle persone. In particolare la N-Word, ovvero questa parola generica che ne sottintende un’altra razzista fa parte di questa ristretta cerchia. Ecco cosa significa e perché si dice in questo modo.
- Origine: acronimo che sostituisce un insulto razzista.
- Quando si usa: per sostituire una parola razzista da non pronunciare mai.
- Lingua: inglese.
- Diffusione: globale.
Il significato e l’origine della N-Word
L’uso dell’acronimo N-Word sottintende l’uso o il non uso di una parola razzista, che nessuno dovrebbe pronunciare mai. L’origine del termine è da ritrovare sul web, in quanto usata in rete per indicare proprio la parola razzista che delinea una persona di colore in modo dispregiativo.
Anche nel corso di diversi reality show, come per esempio il Grande Fratello Vip, è stata utilizzata, e per parlare dell’accaduto molti giornali hanno usato l’acronimo N-Word. Nel 2020 il concorrente Fausto Leali l’ha usata nei confronti di Enock Barwuah, mentre anche nel 2021 c’è stato un caso, quello di Manuel Bortuzzo che l’ha usata all’interno della casa. C’è da dire che sarebbe da non pronunciare mai in nessuna circostanza, perché offende un’intera parte della popolazione, portando solo rabbia e risentimento.
Esempi d’uso
Ecco alcuni esempi d’uso presi da alcuni titoli di giornale, che possono far capire meglio come si utilizza la N-Word all’interno di una frase.
“N-Word, il mondo di Tik Tok e la cancel culture” da Acrimonia.it
“GF Vip 6, Manuel Bortuzzo pronuncia la N-Word davanti a Lulù” da Isa e Chia dell’8 ottobre 2021.