Fare tante cose velocemente e nello stesso momento: questo è essere multitasking, la qualità che sembra fondamentale oggi e per il futuro.
Essere multitasking significa saper fare tanto e subito, e con i tempi che corrono questa qualità è richiesta sempre di più non solo nell’ambiente di lavoro, ma anche nel privato di casa. Soprattutto il mondo femminile deve sapersi giostrare tra casa e lavoro, ma anche questa convenzione sta cambiando e, almeno dentro le mura domestiche, i ruoli si stanno riequilibrando a livello di mansioni da svolgere. Ma siamo proprio sicuri che questa caratteristica tanto ricercata e spesso data per scontata sia sempre una qualità? Scopriamone il significato.
- Origine: dall’inglese
- Quando viene usato: aggettivo per una persona o come caratteristica di un sistema operativo
- Lingua: Inglese
- Diffusione: globale
Il significato di multitasking
Multitasking è un termine che utilizziamo solo da qualche anno e deriva dall’informatica per indicare la capacità di un software di eseguire più programmi contemporaneamente. Task significa compito quindi la traduzione letterale è proprio quella di riuscire a impegnarsi su più compiti nello stesso momento.
Il termine si è diffuso anche nel parlato comune a livello globale per identificare quelle persone che hanno la caratteristica di riuscire a fare più compiti contemporaneamente sia in ambito lavorativo che nel privato. Una pratica davvero impegnativa il multitasking, che qualcuno dice di trovare naturale, mentre per altri è auto imposta in un mondo oramai troppo veloce e al quale, per sopravvivere, bisogna adattarsi.
Essere multitasking è un male o un bene?
Ma essere multitasking è davvero un pregio? Sì, quando non ci si chiedono sforzi troppo grandi e quando l’elevata pressione che ne deriva è vissuta in maniera costruttiva… sapendo che anche la persona multitasking sbaglia, ha bisogno di essere supportata alle volte o ha anche solo dei momenti di smarrimento.
Dopotutto non siamo robot. Chi non ha bisogno di un momento per staccare durante la giornata? Sfidiamo a trovare qualcuno che non abbia mai passato un periodo no nella sua vita o che si sia sempre alzato carico la mattina, pronto a sfornare performance per ben più di 8 ore al giorno.
L’ansia che deriva dal dover portare a termine molti compiti in breve tempo, come abbiamo detto, aumenta gradualmente e con essa, per chi non riesce a gestirla, si può insinuare una vera e propria depressione. Per questo non dovete chiedervi troppo, nonostante la società e la cultura della velocità ed efficienza sia ormai radicata nel quotidiano. Pensate che ci sono anche degli studi “contro” il multitasking:
• All’Università di Stanford e di Londra è stata evidenziata la tendenza di perdere la capacità di filtrare le informazioni davvero importanti, diventando di conseguenza meno efficienti e più lenti.
• All’Università della California invece un esperimento su giovani studenti ha identificato come le attività multitasking siano deleterie per l’apprendimento e lo svolgimento di lavori impegnativi a livello di concentrazione. Le informazioni più importanti per questo studio vengono sì registrate, ma con meno efficienza rispetto a chi si concentra su un solo compito per volta.
• Infine si è verificato che, in alcuni casi, l’impegno richiesto al cervello per attuare azioni di multitasking risulta eccessivo e porta a un calo del quoziente intellettivo.