Una parola molto usata nella religione musulmana è inshallah; ma cosa vuol dire questo termine e qual è la sua storia?
Se si entra in una moschea è possibile sentire le persone pronunciare la parola inshallah. Ma cosa vuol dire questo termine? Proviamo a darne la definizione e scoprire cosa si cela dietro l’origine di una delle parole più usate nell’ambito della religione musulmana.
La traduzione di Inshallah in italiano è “Se Dio Vuole“, ma la parola islamica scritta nella maniera giusta è in šāʾ Allāh. Questo termine, quando viene pronunciato, ha l’intento di manifestare la propria fede e volontà affinché un evento possa accadere in futuro. Infatti può significare anche “Sia fatta la volontà di Dio“.
L’origine della parola inshallah
L’origine di questo termine è da ricondurre al Corano, il libro sacro dell’Islam, in cui si legge in una delle 114 ripetizioni, dette sūra:
Non dire mai di nessuna cosa: “Sicuramente domani farò questo”, senza dire: “se Allah vuole”. Ricordati del tuo Signore quando avrai dimenticato di dirlo e di’: “Spero che il mio Signore mi guidi su una direzione ancora migliore”.
Questo termine, dopo essere stato tramandato alle popolazioni iberiche, di dominazione araba nel periodo dall’VIII al XV secolo, si è trasformato a seconda della lingua: in spagnolo è diventato ojalá, e in portoghese oxalá, che ha lo stesso significato di inshallah.
Esempi d’uso e una curiosità
Inshallah viene usato da molte popolazioni di lingua araba, ma anche da musulmani di lingua spagnolo, inglese o italiana. Quindi è possibile sentire questa parola da un italiano di fede musulmana
Una curiosità particolare è che esiste una canzone di Sting intitolata proprio Inshallah.
Sting si mette nei panni di un rifugiato siriano che scappa dalla guerra su un barcone, passando per il Mar Mediterraneo e diretto in Grecia o in Turchia. Di questa canzone esiste anche una versione registrata insieme a dei musicisti siriani, originari di Aleppo.