In tempo di elezioni e referendum spunta fuori la parola exit poll. Molti si chiedono: qual è il suo significato e come mai si dice così?
In tempo di votazioni, di referendum e di elezioni di ogni tipo, spuntano sempre i primi exit poll. Ma di che cosa si tratta nello specifico? Qual è il significato della parola e come mai si dice in questo modo? Ecco tutto quello che c’è da sapere su un termine che si sente sempre, ma che non si ha bene idea di cosa voglia dire, facendo anche alcuni esempi!
- Origine: dall’inglese.
- Quando viene usato: per indicare dei sondaggi che si fanno ai votanti all’uscita del seggio elettorale.
- Lingua: inglese.
- Diffusione: globale.
Il significato di exit poll e la sua origine
Il termine exit poll è inglese, ed è una locuzione che si traduce letteralmente in “sondaggio all’uscita“. In pratica sono i sondaggi che si fanno all’uscita dai seggi elettorali delle persone che hanno appena votato.
I risultati di questi sondaggi, per legge, non possono essere divulgati prima della chiusura dei seggi, altrimenti potrebbero influenzare il pensiero di chi deve ancora recarsi a votare. Si differenzia dal sondaggio di opinione, che valuta le intenzioni di voto di un campione statistico, perché valuta cosa la gente ha già votato, chiedendo di ripeterlo in modo assolutamente segreto.
Come mai si dice exit poll? L’inventore di questa pratica pare essere il sociologo olandese Marcel Van Dam, che dice di essere stato lui il primo a metterla in pratica alle elezioni legislative olandesi del febbraio del 1967. Altre fonti riportano che il primo a usarlo è stato lo statunitense Warren Mitofsky. Si dice in inglese, pare, proprio per via della patria di questo politico.
Esempi d’uso
Ecco alcuni esempi d’uso presi da titoli di giornale:
“Exit poll sul referendum costituzionale. Quarta proiezione Rai: vince il Sì con il 68,1%” da Huffingtonpost.it il 21 settembre 2020.
“Elezioni: Exit Poll, in Puglia testa a testa Fitto e Emiliano” da Ansa.it del 21 settembre 2020.
Scopri anche cosa significa infodemia!