Il concetto di affordance è utilizzato in diverse discipline legate alla psicologia della percezione. Scopriamo di più!
La parola affordance deriva dalla lingua inglese e precisamente dal verbo to afford che significa offrire, fornire, dare, consentire, permettere. Non esiste un equivalente parola in italiano. Il termine affordance è stato coniato dallo psicologo James J. Gibson intorno al 1979. Tramite questo concetto individua una relazione esistente tra oggetto e individuo, che si esprime attraverso le caratteristiche specifiche morfostrutturali e funzionali che l’oggetto esprime all’individuo con cui viene a contatto.
L’affordance è una sorta di invito all’uso, che ci arriva direttamente dall’oggetto, che dunque ci suggerisce l’insieme di azioni potenziali che con esso si posso compiere. Quindi una affordance fornisce un “suggerimento” che aiuta la persona all’utilizzo di un determinato oggetto. Il manico di una tazza suggerisce che questa possa essere afferrata.
- Origine: dall’inglese
- Quando si usa: per indicare le proprietà di utilizzo di un determinato oggetto.
- Lingua: inglese
- Diffusione: globale
Cosa significa e cosa esprime il concetto di affordance
Il termine affordance indica quindi le proprietà reali di un determinato oggetto. Ovvero le proprietà che determinano cosa si potrebbe fare, o come si potrebbe usare, un oggetto in questione. Questo semplifica l’utilizzo dell’oggetto stesso, e senza indicarne le istruzioni, guardiamo l’oggetto e sappiamo come utilizzarlo. Un manopola è da girare, una maniglia da aprire, una palla da lanciare.
Il concetto di affordance risale allo psicologo statunitense a Gibson che nel 1979 conia questo termine nella sua libro Teoria della percezione diretta. Nella sua teoria spiega come negli oggetti la affordance è legata direttamente al contesto in cui l’oggetto è inserito indipendentemente dalla conoscenza e dalla cultura della persona che lo utilizza. Infatti per percepire le affordances di un oggetto non abbiamo bisogno di particolari sforzi cognitivi.
Le affordances indicano la possibilità di azione che un essere umano ha di fronte ad un oggetto percepito in modo immediato e diretto. Ad esempio i pulsanti da spingere di un telecomando, le manopole di un forno, i rubinetti di un lavandino.
Per comprendere meglio il concetto di affordance dobbiamo inserirlo in una nozione fondamentale e legata alla intenzione/bisogno, poiché lo stesso oggetto può fornire affordances differenti a persone diverse, o allo stesso individuo in momenti diversi. Delle scale possono servire per salire da un livello ad un altro ma ci si può anche sedere per riposarsi.
Il concetto di affordance si è evoluto e nel contesto di interazione uomo-macchina ha assunto il significato di possibilità di azione, che mette in primo piano gli obiettivi che un essere umano ha nel momento in cui viene a contatto con unamacchina. Quindi le affordances determinano quali azioni sono possibili effettuare con quel determinata macchina.
Oggi il concetto di affordance ha molteplici implicazioni anche nel mondo del design, della robotica, dei computer, dei social media e di internet. Esempi di affordances sono anche i form e i banner dei motori di ricerca, che invitano ad essere riempiti con il testo, così come i pulsanti di un pc .
Affordance e design
E’ quindi un concetto che si applica anche all’interazione tra uomo e computer, così come all’ergonomia di oggetti di uso quotidiano. Ma si applica anche al design che deve rendere facili ed esplicite le opportunità di utilizzo di un determinato oggetto. I designer sono oggi chiamati a creare le affordances degli oggetti per adeguarsi alle esigenze dei consumatori in base alle capacità percettive e ai loro obiettivi. Ad esempio i fori delle forbici ci indicano di inserire le dita per poter tagliare qualcosa.
Un invito chiaro e diretto alla usabilità di quell’oggetto, per raggiungere un obiettivo in modo efficace, efficiente e soddisfacente.
Ogni oggetto quindi possiede la sua affordance che permette intuitivamente di comprenderne le funzionalità. Una maniglia ci fa intuire automaticamente se la porta si apre verso l’interno o l’esterno oppure se va fatta scorrere.
Oggi si considera che più alta è la affordance più l’impiego di quell’oggetto sarà intuitivo e quindi facile e automatico per chi lo andrà ad utilizzare. Ad esempio un cucchiaio o una forchetta sono due oggetti che hanno un altissima affordance poiché, malgrado siano stati nel corso dei secoli notevolmente sagomati dall’uomo, sono intuitivi e facili da utilizzare. Quindi sono due oggetti con una elevata affordance.
Un concetto applicato alla robotica, computer e social media
I robot sono sempre più impegnati ad imparare a manipolare e afferrare gli oggetti. Quindi programmati a conoscere e ri-conoscere le affordances degli oggetti nell’ambiente in cui vengono inseriti. Quindi attraverso una percezione visiva a sperimentare se possono essere afferrati per raggiungere un obiettivo di utilizzo.
Il concetto di affordance ha molteplici implicazioni anche nel mondo dei computer e di internet. Le affordances sono utilizzate anche per strategie per generare coinvolgimento e profitto per le aziende che operano online. Esempi di affordances sono i form o i banner dei motori di ricerca, che invitano ad essere riempiti con il testo, così come anche le call to action dei siti.
Sono anche parte integrante di social media e introdotti nel design di un sito per mantenere gli utenti più a lungo sulla piattaforma. Instagram ne è un esempio ha infatti funzioni che invitano all’uso. Progettato affinché gli utenti pubblichino attraverso immagini, hastag e didascalie parte della loro identità. Quindi tramite affordance di like e condivisioni invitano all’utilizzo di quel determinato social. Una proprietà questa dei social che permette all’utente di capire intuitivamente il suo utilizzo grazie ad una affordance elevata.
Esempi di uso
- Affordance e design
- eLearning e affordance
- Affordance in architettura