Cos’è e come funziona il trust, un istituto per la protezione del patrimonio

Cos’è e come funziona il trust, un istituto per la protezione del patrimonio

Trust: cos’è, come funziona, chi lo può istituire e perché viene istituito durante il passaggio generazionale di un patrimonio.

La morte della grande Gina Lollobrigida ha aperto una diatriba importante tra i suoi eredi relativi alla divisione dei suoi beni. Una questione spinosa che negli ultimi giorni ha trovato una svolta con le dichiarazioni del suo factotum, Andrea Piazzolla, il quale ha ammesso che non prenderà un centesimo dall’eredità, e che tutta la sua parte sarà messa all’interno del trust. Ma cosa si intende con trust? Si tratta di un istituto giuridico legato alla tutela del patrimonio in ottica di passaggio generazionale. Scopriamo insieme come funziona, chi può istituirlo e come viene strutturato.

Come si struttura un trust

Abbiamo appena accennato alla natura del trust, istituto giuridico, di origine anglosassone, che permette a un possessore di “liberarsi” di parte del suo patrimonio e di darlo in gestione a una persona esterna, per fare in modo che possa essere facilitato il passaggio di questi beni ai soggetti indicati dal disponente come i beneficiari. Il suo obiettivo è cercare di salvaguardare il patrimonio di un individuo dall’aggressione di terze parti, e di proteggerlo affidandone la gestione a un fiduciario.

eredità

Per poter capire come funziona effettivamente un trust, è necessario partire dalla sua struttura. Questo istituto giuridico vede coinvolti tre soggetti diversi: il disponente, che lo istituisce, stabilendo regole, beneficiari e beni in oggetto; il trustee, che viene nominato per effettuare gli obblighi disposti dal disponente e che agisce come titolare dei beni, amministrandoli nei suoi interessi; i beneficiari, i soggetti che vanno a beneficiare dei frutti legati al patrimonio gestito dal trust.

Quando si fa un trust e chi può istituirlo?

Come abbiamo già potuto comprendere, dunque, il trust viene costituito, con un atto unilaterale, dal disponente. La richiesta avviene in forma scritta e può essere sia un atto pubblico che una scrittura privata. Basta questo a poter formare un trust, ossia la volontà chiara ed esplicita del disponente. Tuttavia, un notaio solitamente richiede anche la presenza nell’atto di dichiarazione di un trustee che accetti l’incarico.

Il contenuto dell’atto con cui si stabilisce l’istituto non deve essere in alcun modo legato a una prassi, ma può essere liberamente determinato a seconda dello scopo perseguito dal disponente. A seconda dell’obiettivo si possono creare dei trust differenti, ad esempio il trust opaco, quando i beneficiari del reddito non sono chiaramente individuati.

Per quanto riguarda la durata, non è standard, ma la decide semplicemente il disponente nel momento in cui lo costituisce. In particolare, è chiamato a stabilire una durata massima e un termine di scadenza. Quest’ultimo non deve essere raggiunto obbligatoriamente. Se lo scopo viene perseguito e raggiunto prima del tempo, o se diventa irraggiungibile per qualunque motivo, il trust può cessare di esistere prima della scadenza.

Perché si fa un trust?

Abbiamo accennato alla motivazione per cui viene istituito questo istituto. La causa deve consistere in un interesse meritevole di tutela. Cosa si intende per interesse meritevole di tutela? La definizione non è chiara ed esplicita, ma in linea di massima potrebbe trattarsi di protezione di beni immobili, tutela di minori o di persone diversamente abili (dando al trustee di amministrare i loro beni), o la tutela del patrimonio durante la successione.

I possibili obiettivi

Insomma, il trust è un istituto estremamente importante per permettere a chi lo dispone di poter conseguire obiettivi di fondamentale importanza, che non potrebbero essere raggiunti altrimenti. E questo a prescindere dalla tipologia.

Un trust finanziario, ad esempio, avrà come obiettivo il passaggio di beni rappresentati da titoli di credito, strumenti di vario genere, azioni, quote di partecipazione etc. Un trust familiare avrà come scopo la protezione del patrimonio personale e della propria famiglia, mentre quello successorio, utilizzato spesso come un’alternativa al testamento, consente di pianificare il passaggio generazionale della ricchezza per la tutela di alcune esigenze particolari, ad esempio, la protezione dei più deboli.