Cos’è la Pietra di Scone, necessaria per l’incoronazione di Carlo III

Cos’è la Pietra di Scone, necessaria per l’incoronazione di Carlo III

Pietra di Scone: cos’è, qual è il significato e perché è essenziale per l’incoronazione di re Carlo III.

Adesso è davvero tutto pronto per l’incoronazione di re Carlo III. A pochi giorni dall’evento più atteso in Inghilterra e nel mondo intero, sono stati messi a punto anche gli ultimi dettagli relativi a una cerimonia che, tra inviti prestigiosi e antiche tradizioni, sta facendo parlare da mesi e mesi. Anche l’ultimo tassello è stato apposto. La Pietra di Scone ci sarà, anche se tornerà dalla Scozia solo ed esclusivamente in prestito. Di cosa si tratta? Scopriamo insieme tutti i segreti sulla Pietra del Destino, conosciuta anche come Pietra dell’Incoronazione.

Pietra di Scone: il significato della Pietra dell’Incoronazione

La Pietra di Scone (nome che deriva dal villaggio scozzese in cui a lungo è stata conservata) altro non è che una reliquia che da decenni, o per meglio dire da secoli, viene utilizzata nelle cerimonie della corona inglese. Anzi, per la precisione, è stata a lungo utilizzata per le cerimonie relative alla monarchia scozzese.

Principe Carlo

Questo parallelepipedo di arenaria rossa, secondo la leggenda, è legato al nome di Giacobbe, fondatore del popolo di Israele. Proprio stando su questo blocco di pietra il personaggio biblico avrebbe ricevuto la visione della Scala che faceva da ponte tra cielo e terra. Ritenuta una reliquia sacra fin dall’antichità, dopo aver viaggiato tra Medio Oriente, Egitto, Sicilia e Spagna, la pietra sarebbe approdata in Irlanda attorno all’VIII secolo d.C. Successivamente sarebbe quindi arrivata in Scozia.

Qui, dal nono al tredicesimo secolo, è stata utilizzata per le cerimonie di incoronazione dei monarchi scozzesi. Tutto questo prima che Edoardo I la portasse, nel 1296, a Westminster, in Inghilterra, dove è rimasta per ottocento lunghi, lunghissimi anni.

Dove si trova la Pietra dell’Incoronazione

La Pietra si trova attualmente in Scozia, dove è tornata solo nel 1996, dopo essere stata per ottocento anni a Westminster. Il suo valore simbolico è talmente forte da aver portato la compianta regina Elisabetta a scegliere di restituirla ai “legittimi proprietari” per cercare di appianare le divergenze e le conflittualità che da secoli ormai dividono la Scozia dall’Inghilterra.

Oggi, dunque, la Pietra del Destino è conservata gelosamente proprio a Edimburgo. E qui tornerà immediatamente dopo un prestito, velocissimo, fatto alla monarchia inglese per la cerimonia di incoronazione di re Carlo III. Un gesto importante nei rapporti tra i due paesi. Considerando soprattutto che le tensioni tra Edimburgo e Londra, dopo la Brexit, si sono accresciute negli ultimi anni.

Anche per questo in molti avevano espresso il proprio timore per un ‘no’ scozzese. Edimburgo avrebbe potuto rifiutare di prestare il parallelepipedo pesante 152 chili, elemento essenziale del protocollo della cerimonia di incoronazione, apposto in quest’occasione sotto il trono del nuovo sovrano. Invece, il caso diplomatico è stato evitato, grazie anche ad alcune scelte intelligenti degli ultimi monarchi britannici.

Non solo la regina aveva infatti deciso di restituire la Pietra negli anni Novanta, ma era stata apprezzata la sua scelta di chiamare il figlio con un nome non appartenente alla sua dinastia, gli Hannover, bensì agli Stuart di Scozia (Charles, appunto), e ancor più è stata apprezzata la decisione dell’ex principe di mantenere il nome anche dopo la scomparsa della madre, considerando che un re può autonomamente scegliere di cambiare il proprio nome. Segnali di ‘disgelo’ che sembrano poter aprire a un nuovo periodo di dialogo tra le due anime più calde del Regno Unito, oggi più unito che mai.