L’importanza della prevenzione prima di tutto: ecco gli esami da fare per scongiurare la presenza di un carcinoma ovarico.
Il tumore alle ovaie è quello che a tutt’oggi registra un tasso di mortalità più alto tra le donne, e si può manifestare già intorno ai 50 anni anche se si pensa che di questo tipo di neoplasia ci si ammali solo in tarda età. Inoltre, sono frequenti i casi di tumore alle ovaie giovanile, perché non bisogna dimenticare che esso è causato anche da erediterietà genetica, cioè dalla mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2.
Le donne che hanno avuto figli e che hanno allattato per lunghi periodi, o quelle che prendono la pillola anticoncezionale sono quelle meno a rischio, tuttavia la prevenzione è importante per tutte.
Il tumore alle ovaie è pressoché asintomatico, ma ci sono dei campanelli d’allarme da non sottovalutare, quali l’addome gonfio, l’aerofagia, la mancanza l’appetito e la necessità frequente di fare pipì.
Esiste tutta una serie di esami incrociati a cui sottoporsi per scongiurare il rischio di un cancro alle ovaie, perché non esiste ancora uno strumento come quello con cui si effettua la mammografia che ne possa determinare l’insorgenza effettuando un solo controllo.
Si inizia con il pap-test, e con una visita dal ginecologo con palpazione addominale per verificare l’alterazione di una o di entrambe le ovaie; poi è consigliabile un’ecografia transvaginale con dosaggio del marcatore tumorale ca125; in caso vi sia la necessità di esami più approfonditi, poi, è bene fare una tac all’addome e una risonanza magnetica, con cui si potranno avere risultati più certi.
L’importante è non prendere alla leggera nessun segnale che ci possa far sospettare di avere un carcinoma ovarico, perché in questi casi aspettare o perdere del tempo prezioso potrebbe rivelarsi fatale.