Flexitarian: ma che lingua parli? Nessuna in particolare, è un neologismo per indicare un nuovo tipo di dieta. Ma come funziona?
“The Flexitarian Diet” è un libro di Dawn Jackson Blatner, che sostiene l’importanza di essere “flexitariani”, ovvero godere dei benefici di una dieta vegetariana, senza dover rinunciare del tutto alla carne.
La combinazione delle parole “flessibile” e “vegetariano”, in inglese, crea questo neologismo che implica in parole povere il consumo di più pasti a base di alimenti di origine vegetale e meno carne.
Oggetto di questa dieta innovativa sono cibi freschi, naturali e stagionali, ma anche alimenti conservabili in dispensa e nel freezer.
Una giornata tipica basata sulla dieta flexitariana apporta 1.500 calorie, suddivise in 3 pasti e 2 spuntini. Niente di differente rispetto al regime alimentare normale, ma si possono introdurre o meno alimenti di origine animale in sostituzione di quelli vegetali, di modo da controllare le calorie e formulare pasti personalizzati.
Nemmeno mangiare fuori casa costituisce un problema e inoltre si può introdurre il nuovo piano alimentare per la vita oppure concentrarsi semplicemente sul tentativo di consumare più cibi vegetali e meno carne.
Insomma, è un nuovo tipo di approccio al cibo equilibrato, intelligente e assolutamente fattibile. Questa dieta fa comprendere che non è necessario ricorrere a soluzioni estreme o a rinunciare a tutti gli alimenti per riuscire a mangiare bene, poiché prevede un modo di mangiare sano molto flessibile.