Come donare il sangue: quali sono i requisiti fondamentali e tutte le altre informazioni da dover conoscere.

Il sangue è vita. Il sangue può salvare una vita. Una verità conosciuta da tutti ma emersa con prepotenza ancora maggiore dopo l’appello di Fedez. Sapere come donare il sangue non è però così scontato. Perché è vero che tutti (o quasi) possono compiere questo gesto di generosità verso la comunità e verso se stessi, ma è necessario conoscere le informazioni utili e i requisiti necessari per poter diventare donatori.

La donazione nel nostro paese può avvenire infatti solo in uno dei 278 servizi trasfusionali, nei punti di raccolta ospedalieri o in una delle circa 1300 unità di raccolta create in varie realtà nazionali dalle associazioni di volontari, da Avis alla Croce Rossa, passando per Fidas o Fratres. Ma quali sono i requisiti per poter donare e come funziona la donazione?

Come donare il sangue: i requisiti fondamentali

Per poter effettuare una donazione di sangue bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni, condurre uno stile di vita sano e avere un peso corporeo che sia superiore ai 50 chili. Superata la soglia dei 60 anni, i donatori devono richiedere a un medico responsabile della selezione un’idoneità, da poter ottenere solo in seguito a determinati esami. In ogni caso, non è possibile donare dopo il compimento del 70esimo anno di vita.

Come donare il sangue
Come donare il sangue

Non sempre serve prenotare la propria donazione, ma può essere utile contattare la struttura scelta per poter evitare lunghe attese, code chilometriche o anche semplicemente per semplificare il lavoro del personale. Al personale medico bisognerà mostrare un documento di identità in corso di validità, e all’arrivo nell’ambulatorio sarà obbligatorio compilare un questionario per permettere al personale di individuare eventuali motivi di sospensione o esclusione dalla donazione.

Se dal questionario non emergeranno criticità, l’aspirante donatore potrà passare alla fase del colloquio conoscitivo con un medico, per approfondire alcuni aspetti relativi alle proprie condizioni di salute. Se al termine di questo processo il donatore viene escluso, riceve in ogni caso una risposta dettagliata con le motivazioni che hanno portato al ‘no’ da parte dello staff.

Quali esami vengono fatti con il sangue dei donatori

Terminato il test, l’aspirante donatore subirà il prelievo di alcuni campioni di sangue necessari per effettuare dei test che garantiscono la sicurezza del sangue raccolto. Su questi campioni vengono effettuati diversi esami fondamentali: test HIV, epatite B, epatite C e sifilide emocromo completo, oltre all’esame per la determinazione del gruppo sanguigno e del livello di emoglobina.

Se le analisi non daranno alcun risultato negativo, il donatore potrà procedere immediatamente con la donazione o potrà essere rispedito a casa in attesa di una convocazione che potrà avvenire in un secondo momento.

Donazione di sangue, plasma e piastrine: qual è la differenza

Arrivati al momento della donazione vera e propria, lo staff indirizzerà l’aspirante donatore verso il tipo di donazione più adatta alle sue caratteristiche. Generalmente la procedura prevede la donazione di sangue intero, che può essere fatta ogni tre mesi per gli uomini e le donne non in età fertile, due volte l’anno per le donne in età fertile.

Esistono però due alternative, una piuttosto frequente, l’altra meno: la donazione del plasma e delle piastrine. La prima avviene attraverso un processo chiamato plasmaferesi ed è più lunga rispetto alla donazione del sangue intero (50 minuti contro 15). In questo caso, utilizzando un particolare separatore cellulare, viene separato il plasma dalle altre cellule del sangue.

La piastrinoaferesi, ossia la donazione delle sole piastrine, avviene attraverso un processo ancora più lungo, della durata di circa un’ora e mezza. Anche in questo caso, attraverso l’utilizzo di un’apparecchiatura apposita, vengono estratte dal plasma le piastrine, raccolte poi in un’apposita sacca, mentre il plasma, i globuli rossi e i globuli bianchi vengono ‘lasciati’ al donatore.

Terminata la donazione, a prescindere dalla tipologia, viene generalmente consigliato al donatore di prendersi qualche minuto di riposo su una poltrona o un lettino, prima di ricevere un ristoro che possa riequilibrare l’idratazione e compensare la perdita di liquidi. La procedura è dunque allo stesso tempo semplice e complessa, ma necessaria per assicurare che l’intero iter si svolga nella massima sicurezza di chi dona e di chi riceverà poi il sangue donato.

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