Vai al contenuto

Ai figli si potrà dare anche il cognome della madre: arriva il via libera

Da oggi si potrà mettere ai figli solo il cognome della madre insieme a quello del padre o anche solo quello della mamma: finalmente il via libera

Secondo l’ultima sentenza della Corte Costituzionale è possibile dare il cognome della madre ai figli, e si è definita illegittima l’assegnazione automatica del cognome del padre. Inoltre, i genitori possono decidere se dare il doppio cognome al bambino, e se non trovano un accordo, secondo un disegno di legge del 2014, si prevede l’assegnazione in ordine alfabetico.

Nel sito della Consulta è stata pubblicata la nota della Corte Costituzionale che dichiara “l’illegittimità della norma che prevede l’automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo, in presenza di una diversa volontà dei genitori”.

I genitori sono liberi di dare ai loro figli entrambi i cognomi oppure solo quello di uno dei due, è quindi incostituzionale attribuire in automatico solo quello del padre, ma attualmente non esiste una legge che regola l’argomento.

Senza pratiche burocratiche, senza lungaggini, insomma, le madri potranno dare anche il loro cognome ai figli e alle figlie nate nel matrimonio al momento della dichiarazione di nascita all’Ufficiale dello Stato civile.

Nel dettaglio

La Corte Costituzionale l’ 8 novembre si è pronunciata sulla norma del nostro ordinamento che attribuisce automaticamente ai figli e alle figlie nati nel matrimonio il solo cognome paterno. Con la sentenza si ripristina il principio di parità in tutti i casi in cui una coppia di coniugi desidera concordemente attribuire al momento della nascita il “doppio cognome”.

Il riconoscimento del  diritto alle madri è una conquista di advocacy raggiunta  proprio nel giorno del 97° Zonta Day.  “La nostra soddisfazione è tanta  perché ottenuta grazie all’impegno di due avvocate zontiane.  Ci congratuliamo con loro per la conquista”. commenta la presidente Zonta Cuneo Iris Mongiovì Musselli.

Fu l’onorevole Maria Magnani Noya, ad avanzare la proposta di legge nel 1979. Il Parlamento deve ancora pronunciarsi oggi, nonostante la condanna all’Italia giunta oltre due anni fa da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. C’è voluta la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di Appello di Genova sul cognome del figlio per giungere il pronunciamento della Consulta che ha dichiarato l’illegittimità della norma vigente.

 

Riproduzione riservata © 2024 - DG

ultimo aggiornamento: 2 Gennaio 2017 16:52

Un asilo nido all’ospedale pediatrico, 100mila euro da Intesa Sp