Quali sono state le modifiche introdotte dalle nuove norme contro la violenza sulle donne e di genere incluse nella legge Codice rosso?
Il codice rosso è la legge contro la violenza sulle donne che ha permesso di semplificare le procedure relative alle denunce e alle indagini dei casi di violenza. Questo insieme di norme prende proprio il nome dalla corsia d’emergenza del pronto soccorso. Proprio come nell’emergenza sanitaria, anche nei casi di violenza nei confronti di donne e di minori viene stabilita, quindi, una sorta di corsia preferenziale.
Inoltre, tramite il codice rosso sono state introdotte delle modifiche e delle aggiunte al codice penale. Attraverso queste nuove norme sono stati fatti degli importanti passi avanti per la lotta alle violenze di genere, introducendo nuove pene per tutelare le vittime di abusi domestici e non. Vediamo quando è entrato in vigore il codice rosso e quali disposizioni prevede.
Codice rosso: la legge cosa prevede?
La legge Codice Rosso sulla violenza sulle donne è stata promulgata a luglio 2019 ed è entrata in vigore il 9 agosto dello stesso anno. Attraverso questa norma (legge 19 luglio 2019, n. 69) sono stati introdotti dei cambiamenti al codice penale. Queste modifiche hanno permesso di semplificare le procedure relative alle indagini e anche di disporre pene nuove e più severe.
Insieme alle modifiche sono state, infatti, introdotte nuove e importanti disposizioni per tutelare le vittime di violenza. Attraverso la legge del Codice rosso nuovi reati diventano perseguibili tra cui la violazione del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle vittime, la diffusione di immagini e video espliciti senza consenso e la costrizione al matrimonio. Vediamo quali sono le pene previste per questi reati.
Legge codice rosso: il testo e le modifiche al Codice Penale
Con l’introduzione di questa nuova legge sono stati modificati e anche aggiunti nuovi articoli Codice Penale. Dall’entrata in vigore della legge Codice rosso si dispone che coloro che violano gli obblighi cautelativi (ad esempio avvicinandosi a determinati luoghi abitualmente frequentati dalle vittime) siano sottoposti a reclusione da 6 mesi fino a 3 anni (art. 387 bis).
Sono state introdotte delle misure più rigide anche per quanto riguarda la costrizione al matrimonio, ottenuta attraverso violenza o minacce. Chi si rende colpevole di questo reato rischia la reclusione da 1 a 5 anni. Inoltre, le pene aumentano (da 2 a 7 anni) nel caso in cui ad essere costretto sia un minore con età inferiore a 14 anni (art. 558 bis).
Attraverso questa riforma del codice penale è stato anche introdotto il reato per il crimine comunemente definito revenge porn. Si tratta della diffusione di immagini (e video) espliciti, effettuata senza il consenso di chi vi ha preso parte.
Con l’art 612-ter al codice penale, infatti, si introduce la pena con reclusione da 1 a 6 anni. In aggiunta sono previste anche multe che variano dai 5mila ai 15mila euro. Pene più severe sono previste nei casi in cui fossero interessate persone in stati fisici o psichici delicati, comprese le donne in stato di gravidanza.