Claudio Cecchetto torna all’attacco contro Max Pezzali e rivela in che rapporti sono oggi. Poi rivela un aneddoto su Carlo Conti.
Claudio Cecchetto e Max Pezzali sono ai ferri corti ormai da diversi anni, e a distanza di tempo il produttore discografico è tornato all’attacco. Intervistato dal Corriere della Sera, il disk jockey ha rivelato alcuni dettagli sui rapporti instaurati dagli artisti che ha “scoperto”, ma non ha trovato belle parole da spendere in favore del cantante degli 883.
Ecco che cosa ha rivelato.
Claudio Cecchetto, la confessione su Max Pezzali
Quando, durante l’intervista, si è giunti a parlare di Max Pezzali, Cecchetto ha risposto: “Preferisco parlare di Mauro Repetto, i testi esagerati degli 883 li scriveva lui, l’altro cantava. Gli consigliai di ballare sul palco “così attiri l’attenzione del pubblico”. Era fondamentale“.
Ma alla domanda sull’attuale rapporto con Pezzali, il produttore ha chiarito ha rivelato: “La gratitudine per lui è un optional. Di tutti i miei è stato il più irriconoscente, in questo almeno è il numero 1“.
Sulla possibilità di una riconciliazione, Claudio ha risposto: “Io non ho fatto nessuna guerra, mi sono difeso. La riconoscenza è sintomo di intelligenza. Non bisogna avere paura di ammettere che il tuo successo è dipeso da un altro, vieni apprezzato di più“.
Claudio Cecchetto: gli aneddoti più curiosi della sua carriera
Durante l’intervista, Cecchetto ha parlato anche di altri personaggi che lui ha avviato verso il successo, e non solo. Infatti, ha anche parlato di Carlo Conti, che ha definito come “Generoso“. Infatti, rivela, “Invece di proporsi, mi segnalò l’amico“. Si riferiva a Leonardo Pieraccioni.
Ma non si è risparmiato gli aneddoti su Amadeus, di cui rivela: “Il nome lo presi dalla canzone di Falco, Amedeo non funzionava. Non voleva, poi si è arreso, ormai lo chiama così pure sua madre. Gli diedi appuntamento in hotel, dopo le prove del Festivalbar. Tornai dopo ore e lo trovai ad aspettarmi con il sorriso. “Eccomi, sono qua”. Mi raccontò di aver affittato casa a Milano, invece ogni mattina prendeva il treno delle 5 da Verona“.