Carlo Alighiero si spegne dopo una breve malattia nella sua casa di Roma. I funerali si terranno il 14 settembre nella Chiesa di San Francesco a Ripa, a Trastevere.
Attore, doppiatore, regista, amante dell’arte e personaggio dello spettacolo a 360°. Il mondo del cinema piange la scomparsa di Carlo Alighiero, che si spegne a 94 anni nella sua casa di Roma dopo una breve malattia.
L’artista lascia due figlie, Barbara e Olivia, e la moglie Elena Cotta, storica compagna sia sul palco che nella vita privata. Un amore che ha attraversato i decenni senza mai scalfirsi e che ha fatto la storia del teatro, della televisione e del cinema: una storia lunga 70 anni.
Carlo Alighiero nacque nel 1927 ad Ostra, nelle Marche, e debuttò nel mondo del teatro nel 1952 con due grandi classici e diretto da due grandi registi italiani: L’Agamennone di Eschilo regia di Gianfranco De Bosio e Amleto di Vittorio Gassman.
In bilico tra impegni per il piccolo schermo e il suo amore per il teatro, Alighiero decide di frequentare il corso di regia di Orazio Costa all’Accademia d’Arte Drammatica. Qui ha modo di entrare in contatto con personaggi del calibro di Monica Vitti, Luca Ronconi e Renato Mainardi.
In televisione, invece, la grande popolarità arriva quando interpreta il ruolo di Ubaldo Lay, il Tenente Sheridan di Giallo Club. Sul grande schermo collaborò con i grandi cineasti del ‘900, tra cui ricordiamo Dario Argento, Sergio Martino e Damiano Damiani.
L’amore per l’arte portò Alighiero a calcare le scene fino all’ultimo: solo lo stop obbligatorio per Covis-19 ha potuto fermare il suo tour teatrale.
I funerali si terranno il 14 settembre nella Chiesa di San Francesco a Ripa, a Trastevere.