Nel libro di Selvaggia Lucarelli, ‘Il vaso di Pandoro’, spunta la testimonianza di una ex dipendente di Chiara Ferragni. Il racconto durissimo.
Come era prevedibile, il libro di Selvaggia Lucarelli sui Ferragnez dal titolo ‘Il vaso di Pandoro’ sta facendo il boom. Le ricostruzioni della giornalista stanno piano piano portando a galla alcune situazioni che, per molti, erano inedite e che riguardano Fedez e Chiara Ferragni ma in particolare anche le aziende delle imprenditrice digitale. A destare clamore in queste ore, il racconto di una ex dipendente sottolineato dalla giornalista Charlotte Matteini con un video sui social.
Chiara Ferragni, le testimonianze degli ex dipendenti
Come detto, il libro di Selvaggia Lucarelli ha fatto una serie di ricostruzioni sulla vita privata e professionale di Fedez e Chiara Ferragni. In particolare, è presente un capitolo dedicato ad alcune testimonianze degli ex dipendenti. A metterlo in risalto in queste ore è stata la giornalista Charlotte Matteini che ha parlato di quanto raccontato dai dipendenti di TBS Crew (l’azienda di cui Ferragni è fondatrice e amministratrice delegata ndr). Tra queste è senza dubbio messa in evidenza, quella di una donna che rimase incinta e che non fu trattata affatto bene.
“Ero incinta e…”
La giornalista ha spiegato, in sintesi, la situazione vissuta dalla ragazza che viene chiamata, solo per l’occasione, Giulia. La Matteini, citando il libro della Lucarelli, ha spiegato come questa ex dipendente, di fatto, “aveva tutti gli obblighi di una dipendente ma non le tutele. Giulia dice che quando è rimasta incinta ha lavorato fino alla data del termine e poi loro le avrebbero detto ‘tu continua a fatturarci la stessa cifra, se poi ogni tanto c’è bisogno di fare qualcosa ti scriveremo‘. Ma cosa succede? Che a due mesi dal parto Fabio Maria Damato (manager di Chiara ndr) inizia a darle dei compiti fuori dalle sue mansioni. Questo perché ovviamente essendo un contratto a partita iva lei non aveva le tutele che spettano di solito alle dipendenti in maternità”.
La situazione cambia, poi, più avanti quando le offrono un contratto da manager editoriale del sito a 1600 euro al mese, da assunta, ma senza rimborso spese. Da qui la richiesta della donna di avere del tempo per pensarci. Tempo che, però, dura effettivamente 12 ore, in quando Damato la ritrae poco dopo. “Lo chiamo e gli chiedo ‘perché la mia proposta di lavoro non è più valida?’ e lui mi risponde ‘ma nelle tue condizioni dove pensavi di andare? dovevi accettare subito! c’è la guerra, c’è il covid, fai un lavoro in via di estinzione, cosa pensavi di trovare di meglio?”.
Di seguito anche un post su X condiviso da Selvaggia Lucarelli che fa riferimento al video “denuncia” della giornalista riguardo il contenuto del libro della donna e i racconti degli ex dipendenti: