Chiara Ferragni divorzia dal suo socio, l’imprenditore pugliese Pasquale Murgese: ecco il motivo della decisione della nota influencer sposata con Fedez.
Chiara Ferragni ha divorziato… ma con il suo socio! Se il matrimonio con Fedez continua ad andare avanti a gonfie vele, a quanto pare sta dando molti più problemi alla nota imprenditrice e influencer il rapporto con Pasquale Morgese, l’imprenditore pugliese con cui ha collaborato negli ultimi anni. Secondo quanto riportato da Repubblica, i due hanno infatti deciso di separare le loro strade, almeno per una delle società condivise, Serendipity.
I motivi del divorzio di Chiara Ferragni da Pasquale Morgese
Morgese, che controlla il 45% di Tbs, la società partecipata a maggioranza dalla nota influencer, oltre al 27,5% proprio di Serendipity, azienda che gestisce il marchio di Chiara (valutato 36 milioni di euro), a quanto pare non soddisfava più le esigenze economiche della Ferragni.
Stando a quanto riferito, gli accordi per la produzione di scarpe e accessori con alcune aziende di Morgese sono stati rescissi, con il pagamento di una penale di 4 milioni. Il motivo? “I contratti erano economicamente svantaggiosi e le royalties in significativo calo“, ha spiegato il consigliere Fabio Donato al termine di un’assemblea degli azionisti di metà luglio.
Chiara Ferragni punta sull’e-commerce
I piani della nota imprenditrice, che è anche l’influencer italiana di Instagram più ricca, sono al momento differenti. Dopo aver divorziato da Morgese, starebbe già pianificando nuove attività, puntando fortemente sulla gestione diretta del canale e-commerce e sull’ingresso in nuovi segmenti di mercato, tra cui occhiali, telefonia e make-up. Operazioni che saranno sostenute da un forte aumento di capitale.
Aumento di capitale che potrebbe portare a un abbassamento delle quote di Morgese, con conseguenze imprevedibili. Non è difficile immaginare infatti un proseguimento dello scontro tra i due in tribunale, come promesso dallo stesso azionista di minoranza e partner: “Sottoporremo all’autorità giudiziaria il comportamento del CdA“.