Chiara Ferragni come la Madonna, la denuncia del Codacons: “Blasfemia”

Chiara Ferragni come la Madonna, la denuncia del Codacons: “Blasfemia”

Un’immagine di Chiara Ferragni ritratta come la Madonna di Giovanni Battista Salvi ha suscitato la reazione del Codacons, che ha presentato un esposto.

Chiara Ferragni è stata accusata di “blasfemia e offesa al sentimento religioso” in un esposto del Codacons in riferimento a un’immagine a corredo di un’intervista dell’influencer a Vanity Fair. La stessa foto è stata condivisa via social da Chiara Ferragni, che è ritratta come la “Madonna col bambino” di Giovanni Battista Salvi.

Chiara Ferragni: l’esposto del Codacons

Chiara Ferragni è finita nuovamente nel mirino del Codacons. Questa volta a finire sotto accusa è stata un’immagine realizzata per un’intervista a Vanity Fair in cui l’influencer appare ritratta nelle vesti della “Madonna con bambino” del pittore Giovanni Battista Salvi. Secondo il Codacons (così come altri utenti, che hanno pesantemente criticato l’influencer via social quando l’immagine ha iniziato a circolare) la foto sarebbe responsabile “di una grave mancanza di rispetto per i cristiani, per l’intero mondo religioso e per l’arte in genere”, si legge nell’esposto.

Chiara Ferragni

Per il momento la famosa influencer non ha replicato, mentre suo marito Fedez – a sua volta al centro di un’intensa battaglia legale con il Codacons – ha riportato via social la notizia dell’esposto scrivendo in maniera sarcastica “Miss U”.

La denuncia per la raccolta fondi

La Ferragni e suo marito sono già finiti nel mirino del Codacons quando, in piena emergenza Coronavirus, hanno organizzato una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe, che secondo il Codacons non avrebbe raccolto in “maniera limpida” le donazioni degli utenti (trattenendo parte dei versamenti effettuati). Alla vicenda era seguita una lunga diatriba via social tra il rapper e l’associazione, a cui era seguita (a detta del rapper) anche una denuncia per diffamazione, associazione a delinquere, violenza, minacce plurime e induzione a commettere reati da parte del Codacons nei suoi confronti.