Chi sono i gipsy? Scopriamo tradizioni (e contraddizioni) dei popoli nomadi, la loro cultura e le origini.
È difficile rispondere alla domanda: “chi sono i gipsy?”. In realtà, non esiste una risposta univoca, poiché sono molti i popoli e le etnie che vengono indicati con questo nome dalla cultura anglosassone. Negli ultimi anni i gipsy sono saliti alla ribalta grazie al programma Il mio grosso grasso matrimonio gipsy, trasmesso in Italia da Real Time (e in Inghilterra da Channel 4). Proprio per questo in molti si interrogano sulle origini e la cultura di questi popoli: cerchiamo di fare un po’ di chiarezza!
Gipsy: l’origine
La radice del nome gipsy è individuabile, probabilmente, nella parola “egyptian”. Durante le loro migrazioni dal Medio Oriente – di cui erano originari – all’Europa, questi nomadi raccontavano spesso di essere discendenti della nobiltà egiziana decaduta, in pellegrinaggio per vari e talvolta fantasiosi motivi.
Sostenendo di essere partiti dalla loro terra natale per purificarsi dalla colpa di aver forgiato i chiodi con cui Cristo era stato crocifisso, ottenevano spesso salvacondotti firmati da Papi e principi. Con questi documenti viaggiavano incessantemente per tutta l’Europa praticando professioni tradizionali della loro cultura e che si sono evolute con il tempo.
I gipsy, infatti, sono sempre stati allevatori di cani e di cavalli, fabbri e maniscalchi ma attualmente molti si sono reinventati come operai specializzati nella stesura dell’asfalto, rottamatori e meccanici.
Chi sono i gipsy traveller?
La società traveller – che per buona parte è divenuta stanziale in Inghilterra – ha mantenuto inalterate nel tempo alcune precise connotazioni. Parliamo dell’importanza fondamentale della famiglia nei rapporti sociali, la forte chiusura rispetto al popolo autoctono della regione in cui sono stanziati e il ruolo completamente subordinato della donna.
Proprio il ruolo della donna è al centro del programma/documentario di Channel 4. La troupe segue il lavoro (e talvolta le disavventure) di Thelma Madine, una sarta inglese che si è guadagnata la fiducia della comunità traveller grazie alla sua grande disponibilità e al suo continuo sforzo di mediazione culturale. Si rivolgono a Thelma giovani e giovanissime spose che hanno bisogno di un abito indimenticabile per il proprio favoloso, smodato matrimonio. Il matrimonio è infatti l’unico momento in cui le donne gipsy godono di un momento di fulgore agli occhi della comunità. Appena prima e appena dopo rientrano infatti nel cerchio patriarcale della loro famiglia di appartenenza.