Sopravvissuta a un passato di orrori, artefice di un presente all’insegna della libertà: ecco chi è la donna coraggio Yaneth Alvarez.
Quella di Yaneth Alvarez è una storia che suona come un pugno al cuore. Nata, morta e rinata dalle ceneri di un’esistenza vissuta nel segno della violenza, è una delle donne simbolo del riscatto e della forza. Biker dalle origini colombiane, ha deciso di prendere in mano le redini del suo destino, altrimenti preda di un inestricabile limbo di paure. Combatte contro gli abusi di genere, e la sua biografia merita molto più di una riflessione.
Chi è Yaneth Alvarez?
Yaneth Alvarez è nata nel 1968 in Colombia, e da anni combatte contro la violenza sulle donne in modo davvero originale. Per dare un segnale forte, dopo aver vissuto un inferno di abusi, ha deciso di salire in sella alla sua moto e girare il mondo in solitaria.
La si riconosce facilmente, con il suo casco sgargiante e quel sorriso inconfondibile di chi è sopravvissuto dopo aver visto tanto, e non solo in fatto di paesaggi.
Sin da bambina, infatti, Yaneth è stata vittima di violenze. Una serie di orrori che sembrava ineluttabile, sino alla scelta: grazie a suo figlio, ha denunciato tutto pubblicamente. Era il 2014, e da allora la sua vita è cambiata…
La storia di Yaneth Alvarez, simbolo contro la violenza
Nel corso del suo viaggio intorno al mondo, la biker colombiana Yaneth Alvarez continua a condividere la sua esperienza di donna vittima di abusi. Lo fa per tenere alta l’attenzione sul terribile fenomeno, piaga trasversale a tutte le aree geografiche e a tutte le società.
Nel suo messaggio per sensibilizzare la gente, ha scelto di parlare d’amore e rispetto. Due armi micidiali contro l’odio e le discriminazioni, ma solo se condivise in ogni angolo del pianeta. Per questo, la coraggiosa motociclista ha deciso di raccontare a tutti la sua vera storia.
Sin da bambina, quando aveva appena 4 anni, è caduta nella trama di orrori e abusi perpetrata da alcuni membri della sua famiglia e dai vicini. Yaneth Alvarez viveva a Bogotà, ed è finita a un passo dal suicidio dopo quell’inferno di dolore. A convincerla a percorrere una strada diversa, propositiva e positiva, è stato il figlio.
Grazie al suo supporto, ha trovato la forza di pronunciare pubblicamente il nome del suo aguzzino. Ma questa scelta di riscatto sociale e morale ha comportato una schiacciante contropartita. Come ha raccontato a Fanpage, infatti, Yaneth ha dovuto poi affrontare la gogna mediatica:
“Il mio Paese si è schierato spietatamente contro di me perché ho denunciato un uomo che mi minacciava di pubblicare dei video di sesso, che aveva fatto senza la mia autorizzazione“.