Famoso per la sua dieta della longevità, è un ricercatore italiano
Chi è Valter Longo? Un biogerontologo che dagli Stati Uniti ci svela i benefici di brevi periodi di digiuno.
Lo studio dell’invecchiamento delle cellule
La biogerontologia è la scienza che focalizza la propria ricerca sullo studio dei processi di invecchiamento delle cellule.
In un’intervista Valter Longo ha spiegato che il suo interesse per questa disciplina nacque quando era ancora un adolescente, quando apprese della morte di suo nonno. L’uomo era nato e vissuto a Molochio, un paesino montano della Calabria. In quello stesso paese viveva l’uomo che, all’età di 110 anni, sarebbe uno degli individui più anziani d’Italia. Proprio quell’uomo – Salvatore Caruso – sarebbe diventato il soggetto principale delle ricerche di Valter Longo, il quale analizzò accuratamente l’alimentazione a basso contenuto di proteine che Caruso aveva seguito per tutta la vita al fine di trarne spunto per la formulazione di una dieta equilibrata che, diversi anni dopo, sarebbe diventata famosa con il nome di Dieta della Longevità.
Chi è Valter Longo?
Nato a Genova e trasferitosi negli Sati Uniti giovanissimo, Valter Longo ha conseguito una laurea e un dottorato in biochimica. In seguito ha ottenuto un secondo dottorato in Neurobiologia dell’invecchiamento e Morbo di Alzheimer presso l’Università della California Meridionale. Attualmente Longo detiene una cattedra di Biogerontologia presso quella stessa università ed è direttore dell’Istituto sulla Longevità di Los Angeles.
La sua attività di ricerca tuttavia non si è fermata con l’insegnamento e prosegue in strutture italiane: a Milano Longo continua a studiare i meccanismi genetici che costituiscono la causa scatenante dell’invecchiamento cellulare.
E’ noto al grande pubblico dopo aver scritto il libro La Dieta della Longevità edito dalle Edizioni Paoline. In questo libro Longo afferma di aver messo a punto un regime alimentare che, alternato con la cosiddetta dieta mima – digiuno, assicura un naturale rinnovo del corpo, una minore manifestazione di malattie neurodegenerative e una migliore risposta del corpo a trattamenti chemioterapici oltre, come suggerisce il nome, ad allungare l’aspettativa di vita di almeno 10 anni.