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Chi era Tina Anselmi, la prima donna ministro

Tina Anselmi

Partigiana, politica convinta e prima donna ministro in Italia: ecco tutto quello che c’è da sapere su Tina Anselmi e la sua missione.

“Se vuoi cambiare il mondo devi esserci”: era questo il motto di Tina Anselmi, considerata una delle donne simbolo della politica italiana e della difesa dei diritti delle donne. Appassionata da sempre di politica, è entrata prima a far parte della Resistenza e si è poi fatta strada come sindacalista prima di approdare in Parlamento. Più volte presa in considerazione per la carica di Presidente della Repubblica, la Anselmi ha ispirato il film tv “Tina Anselmi – Una vita per la democrazia”, diretto da Luciano Manuzzi.

La biografia di Tina Anselmi

Classe 1927, nata il 25 marzo a Castelfranco Veneto, Tina Anselmi è figlia di Ferruccio – originario di Padova, socialista e impiegato presso una farmacia – e Norma Ongarato. Primogenita di una famiglia prevalentemente femminile, la Anselmi ha due sorelle: Gianna e Maria Teresa.

Durante la seconda guerra mondiale, si trasferì insieme alla nonna, la madre e una zia in Piemonte per poi tornare più tardi a Castelfranco dove concluse gli studi frequentando l’Istituto magistrale di Bassano del Grappa, presso il Collegio delle suore Canossiane. Nello stesso periodo, poi, entrò nella Gioventù Femminile di Azione Cattolica.

Dopo essere stata costretta ad assistere all’impiccagione di trentuno prigionieri per mano dei nazifascisti, decise di partecipare attivamente alla Resistenza con il nome di battaglia di Gabriella.

Nel 1948 conseguì la laurea in lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e iniziò ad insegnare alle elementari nei paesini dell’Alta Castellana.

La carriera di Tina Anselmi

È stata dirigente del Sindacato Tessili e dal 1948 al 1955 del Sindacato Maestre. Tra il 1958 e il 1964 è stata incaricata nazionale delle giovani della Democrazia Cristiana e partecipò ai congressi mondiali dei giovani di tutto il mondo.

Durante il congresso di Monaco del 1963 venne eletta membro del Comitato direttivo dell’Unione europea femminile, di cui poi diventò vicepresidente.

Tina Anselmi venne eletta per la prima volta deputato il 19 maggio 1968 e riconfermata fino al 1992, nel Collegio di Venezia e Treviso.

Prima donna ministro – prima del Lavoro nel 1976 e poi della Sanità nel 1978 (ha firmato la Legge 194 per l’interruzione volontaria della gravidanza) – è stata nel 1981 presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2.

Considerata come una “madre della Repubblica”, venne più volte indicata come possibile Capo dello Stato nelle elezioni del 1992 e in quelle del 2006.

Dopo un’intera vita dedicata alla politica e al prossimo, nel 2001 scoprì di essere affetta dal Parkinson e venne poi colpita da un ictus che aggravò la sua condizione.

È morta l’1 novembre del 2016 a Castelfranco Veneto.

La vita privata di Tina Anselmi

Sulla vita privata di Tina Anselmi non si hanno informazioni molto dettagliate. Dedita alla politica, ha incentrato gran parte della sua vita sul lavoro e sull’aiuto degli altri.

5 curiosità su Tina Anselmi

– Credeva nei valori: “Mai soddisfatti di essere arrivati, la politica si combatte giorno per giorno. Mai fidarsi delle apparenze”.

– Nel 2016 le fu dedicato un francobollo.

– Nel 1977 firmò la legge italiana che apriva alla parità salariale e di trattamento nei luoghi di lavoro.

– Non amava comprare abiti costosi o curare particolarmente la sua immagine.

– La sorella Gianna l’ha descritta come una donna “seria e pulita”.

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ultimo aggiornamento: 26 Aprile 2023 11:00

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