Scopriamo tutto su Siniša Mihajlović, prima grande calciatore e poi allenatore coraggioso. Tutto quello che c’è da sapere sulla sua famiglia, sulla vita privata e sulla malattia.
Ex calciatore e poi allenatore di diverse squadre Siniša Mihajlović è stato uno dei tecnici più duri della Serie A, tant’è che è stato soprannominato il Sergente di Ferro. Oltre a una grande carriera come allenatore, Siniša ha raggiunto anche tanti successi sul campo, per non parlare della sua vita privata, con una bella moglie e due figlie: scopriamo la biografia e la storia di una grande persona del mondo del calcio.
Chi era Siniša Mihajlović: la biografia
Siniša nasce a Vokovar, in Croazia, il 20 febbraio del 1969 sotto il segno dei Pesci. La sua infanzia è dura a causa della guerra che devasta il suo paese, un periodo duro e che sicuramente ha contribuito a forgiare il suo carattere forte, deciso, risoluto.
In una realtà fatta di poche certezze e ancor meno speranze, Siniša trova una via di uscita: la passione per il pallone. Comincia a giocare sin da bambino e cresce nelle giovanili del Vojvodina e poi passa alla Stella Rossa di Belgrado, con cui vincerà una Champions League nel 1990-1991.
Quell’anno il campionato italiano lo conosce: Mihajlović arriva alla Roma, ma nella sua carriera giocherà anche alla Sampdoria e poi nel 1998 alla Lazio, dove rimarrà fino al 2004, contribuendo a scrivere la storia del club.
Nel 2004, poi, giocherò nell’inter, fino a che nel 2008 terminerà la sua carriera. Se lo conoscete o siete appassionati di calcio, sicuramente lo saprete che fra i suoi marchi di fabbrica c’erano le punizioni: pensate che nel corso della sua carriera il serbo ha messo a segno 42 punizioni, tra il 1988 e 2006.
La sua carriera da allenatore comincia come secondo di Roberto Mancini all’Inter, poi nel 2008 si metterà in mostra come tecnico del Bologna. Fra le altre squadre allenerà Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino. Nel 2019 torna nel Bologna, con cui ottiene la salvezza. In seguito ha allenato i bolognesi, fino a quando la malattia si è ripresentata e non ha più potuto sedere in panchina.
Sinisa Mihajlovic: la leucemia, il trapiano e la morte
Nel pomeriggio di sabato 13 luglio 2019 Sinisa Mihajlovic, in una conferenza stampa organizzata a Casteldebole, quartier generale del Bologna (la squadra che allenava in quel momento) ha annunciato di essere malato di leucemia.
Uno shock per tutti, con l’allenatore visibilmente toccato, ma come sempre pronto ad affrontare le difficoltà della vita con grande determinazione e carattere. E non a caso, dopo 44 giorni di chemioterapia, il 25 agosto Sinisa torna in panchina, uscendo dall’ospedale (per solo un giorno) e guidando i suoi giocatori.
Nel corso dei primi tre cicli di terapia (terminati a novembre), Mihajlovic è riuscito ad andare in panchina quattro volte nelle prime dodici partite del Bologna. Non solo, visto che proprio dopo le dimissioni dal Sant’Orsola, l’ospedale ha anche comunicato che il tecnico è stato sottoposto a trapianto di midollo.
Nell’intervista rilasciata a Verissimo nel gennaio del 2020 è tornato a parlare del periodo in ospedale e della battaglia contro la leucemia: “Per adesso la sto vincendo, anche se devo fare attenzione. Sta andando tutto bene, non sto più prendendo il cortisone e questo è importante. Sono passati 78 giorni dal trapianto di midollo osseo e i primi 100 giorni sono i più critici. Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni ma superarli bene sarebbe già un bel traguardo.
Ha anche raccontato di un episodio: “Il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto perché ero chiuso in una stanza con l’aria filtrata: non potevo uscire e stavo impazzendo. Volevo spaccare la finestra con una sedia, poi mia moglie e alcuni infermieri mi hanno fermato, mi hanno fatto una puntura e mi sono calmato”.
Sebbene tutti i problemi di salute di Mihajlović, alla fine di agosto 2020 è risultato positivo al Covid-19, al suo rientro a Bologna dopo le vacanze in Sardegna.
Proprio nei giorni precedenti era stato a cena al Billionaire a Porto Cervo, noto locale di proprietà di Flavio Briatore. All’inizio di settembre, dopo un periodo di isolamento domiciliare (era risultato asintomatico), è guarito ed è tornato a lavorare.
Nel 2022 la laucemia si è ripresentata, tanto che non ha più potuto mantenere il suo posto da allenatore. È venuto a mancare il 16 dicembre 2022 a causa dell’aggravarsi della malattia, che si chiama precisamente leucemia mieloide acuta.
La vita privata di Siniša Mihajlović
Siniša Mihajlovic è stato sposato con Arianna Rapaccioni, ex personaggio televisivo, con cui è convolato a nozze nel 2005. I due si sono conosciuti nel 1995 durante una cena: fra gli invitati c’era anche lei, e tra i due fu subito colpo di fulmine!
I figli di Siniša Mihajlovic sono ben sei! Marco (nato da una precedente relazione), Viktorija, Virginia (l’annuncio della gravidanza, nel maggio del 2021, ha fatto commuovere papà. Mihajolovic è diventato poi nonno nell’ottobre dello stesso anno), Nicholas, Miroslav e Dušan! Non tutti lo sanno, ma le due figlie Virginia e Viktorija sono state due concorrenti dell’Isola dei Famosi 2019.
Chi è la moglie di Siniša Mihajlovic, Arianna Rapaccioni?
Nota showgirl negli anni Novanta, Arianna nasce a Roma ed è fiera delle sue origini. Non sappiamo con precisione la data di nascita, ma quando incontrò il suo futuro marito nel 1995 aveva all’incirca 20 anni.
Proprio in quegli anni comincia a lavorare come soubrette in alcuni programmi TV, fra cui Luna Park di Fabrizio Frizzi. Col tempo, poi, deciderà di allontanarsi dalla televisione per dedicarsi alla famiglia.
Ecco una loro foto insieme, pubblicata da Siniša sul suo profilo Instagram:
Dove viveva Sinisa Mihajlovic?
Una particolarità è stata la scelta di Mihajlovic nella sua vita di non prendere mai in affitto (o di comprare) una casa nella città in cui lavorava. A Milano, Torino o Bologna, ha vissuto in hotel Questo perché la vera e propria casa di Mihajlovic si trova a Roma. Arredata da sua moglie, è la perfetta sintesi di buon gusto e originalità.
Il salone, un open space incorniciato da due colonne, in particolare, è molto particolare. La monotonia di bianco e marrone è spezzata dai paralumi neri, pezzi dal sapore retrò e preziosi vasi verde smeraldo. I divani rossi sono perfetti per guardare le televisione tutti insieme la sera, mentre il soffitto è in rilievo, con disegni geometrici e speculari.