Chi era Sergio Bernardini, l’impresario che fondò la Bussola e lanciò icone come Mina

Chi era Sergio Bernardini, l’impresario che fondò la Bussola e lanciò icone come Mina

Sergio Bernardini: la carriera, la vita privata e tutte le curiosità sul noto impresario che fondò la Bussola, storico locale della Versilia.

Si definiva un “artigiano dello spettacolo“, per far capire quale fosse la sua idea di impresa: non tanto cercare il profitto, quanto invece inseguire a tutti i costi i propri sogni, legati alla sua più grande passione: la musica e lo spettacolo, appunto. Basta questa semplice definizione per capire in buona parte chi fosse davvero Sergio Bernardini, l’impresario conosciuto da tutti come il padre della Bussola, il più famoso locale della Versilia, celebrato anche in un docufilm diretto da Andrea Soldani. Scopriamo insieme alcune curiosità sulla carriera e la vita privata di un uomo che ha fatto la storia dello show business in Italia.

Sergio Bernardini: la biografia

Sergio Antonio Bernardini nacque a Parigi il 7 maggio 1925 sotto il segno del Toro, figlio di una coppia emigrata in Francia per motivi di lavoro. Quando la famiglia rientrò in Italia per gestire una trattoria a Torino, nel pieno della guerra, Sergio si avvicinò agli ambienti dell’antifascismo, diventando un membro della Resistenza a Cuneo.

Gli anni della guerra furono importanti per temprare il suo spirito e il suo carattere. Non a caso, dopo la Liberazione, nel 1947, attraversò a piedi l’Appennino per arrivare in Versilia e qui si stabilì, a Viareggio, trovando la sua vocazione: quella di gestore di locali da ballo. Dopo una vita di grandissimi successi e soddisfazioni, morì ad Asti il 2 ottobre 1993 a 68 anni, in un incidente avvenuto sull’autostrada Piacenza-Torino, mentre si recava al matrimonio di un nipote.

Mina

Sergio Bernardini: la carriera

Arrivato in Versilia, Sergio capì in poco tempo di essere fatto per gestire locali da ballo e night. Lavora nel corso degli anni presso la Capannina (locale in cui fece esordire anche la hot Jazz Band, trio di cui faceva parte Piero Angela), il Gatto Nero, l’Eden e il Caprice.

La sua più grande impresa fu però la fondazione, nel 1955, della Bussola di Focette, locale gestito per quindici anni. Nel giro di poco tempo la Bussola divenne uno degli epicentri dello spettacolo nazionale e internazionale. Passarono da queste parti artisti del calibro di Frank Sinatra, Fabrizio De André, Mina, Adriano Celentano, Milva, Ray Charles, Tom Jones, i Platters, Peppino Di Capri e molti altri ancora.

Oltre che come impresario nel mondo dello spettacolo, si fece apprezzare anche nel mondo dello sport come presidente della squadra di calcio del Pietrasanta, club della Versilia. Fu insomma un personaggio fondamentale per lo sviluppo dell’intera zona. Non a caso, l’amministrazione del comune di Lido di Camaiore ha voluto dedicargli un “viale a mare” e una piazza nei pressi del suo storico locale.

Nonostante sia stato un personaggio famoso e molto importante, non solo per la Versilia, non sappiamo quali siano stati i suoi guadagni e il patrimonio accumulato in vita.

La vita privata di Sergio Bernardini

Sulla sua vita sentimentale non si conoscono molti dettagli. Sappiamo che al momento della scomparsa era sposato con la signora Bruna e aveva due figli. Uno di questi, Mario, ha seguito in parte le sue orme, diventando un organizzatore di eventi.

5 curiosità su Sergio Bernardini

– Fondò, accanto alla Bussola, anche il Bussolotto, un locale esclusivo, per vip, in cui si esibirono i più grandi artisti jazz.

– Ebbe il merito di portare per la prima volta in tour Fabrizio De André. Fu inoltre l’organizzatore dei concerti d’addio di Mina, nell’estate del 1978.

– Fece parte in diverse occasioni della commissione selezionatrice del Festival di Sanremo.

– La storia della Bussola e di Bernardini è stata raccontata da Andrea Soldani nel docufilm del 2023 La Bussola – Il collezionista di stelle.

– Stando al racconto di chi lo ha conosciuto, Sergio consumava un solo pasto, attorno alle 3 di notte: una ciotola piena di caffè lungo con pan secco. Non proprio il lusso che invece concedeva ai suoi clienti.