Chi è Sami Modiano, sopravvissuto all’Olocausto

Chi è Sami Modiano, sopravvissuto all’Olocausto

Come Liliana Segre, Sami Modiano è sopravvissuto all’orrore dei campi di sterminio nazisti e ha raccontato la sua storia di superstite dell’Olocausto: il ricordo dell’incubo che ha cambiato per sempre il mondo.

Un bambino senza più infanzia, diventato uomo nel cuore dell’incubo nazista che ha cambiato la sua vita e fatto a pezzi quella dei suoi cari, come milioni di persone vittime degli orrori di Hitler e dei suoi uomini. Sami Modiano aveva soltanto 14 anni quando per lui si aprirono i cancelli di Auschwitz, ma da quell’abisso chiamato lager riuscì a tornare a galla e a raccontare la sua storia. La storia di un faccia a faccia con il male impossibile da dimenticare.

Chi è Sami Modiano e dove vive?

Sami Modiano fu deportato a 14 anni, ed uno dei pochi sopravvissuti all’Olocausto. Nato a Rodi (dove vive per alcuni mesi all’anno, dividendosi tra l’Italia e la Grecia) sotto il segno del Cancro, il 18 luglio 1930, è finito nell’incubo del campo di concentramento nell’agosto 1944 insieme ad altri 2500 ebrei residenti nell’isola greca all’epoca colonia italiana.

Superstite della Shoah, Sami Modiano ha trovato la forza di raccontare la storia, iniziata con il rastrellamento, proseguita con la deportazione e con l’indelebile scia di orrori e sangue che porta la firma nera del nazismo. Sami Modiano ha perso la madre all’età di 11 anni.

Dopo l’invasione dei tedeschi, con il padre Giacobbe e la sorella Lucia è stato costretto su uno dei treni nei terribili viaggi della morte verso Auschwitz-Birkenau. Un percorso lungo un mese, già gravido di atrocità prima che i cancelli del lager si chiudessero imprigionando uomini, donne, bambini, milioni di sogni e di cuori. Da Birkenau, il padre e la sorella di Sami Modiano non sono più tornati.

Da quando si è salvato, Sami Modiano, insieme alla moglie, Selma Doumalar, non ha mai smesso di ricordare e portare la sua testimonianza di sopravvissuto alla Shoah. Una missione per impedire che l’orrore torni a bussare alle porte dell’umanità. Sami Modiano è uno dei pochi italiani superstiti dei campi di sterminio. Della comunità ebraica di Rodi soltanto 31 uomini e 120 donne si sarebbero salvati.

Sami Modiano ad Auschwitz-Birkenau

L’alba dell’incubo per Sami Modiano è arrivata quando era un bambino. Aveva 8 anni e un insegnante di terza elementare gli ha comunicato l’espulsione dalla scuola. Tante domande innocenti nella testa, dietro l’angolo lo spettro spietato delle leggi razziali: “Mio padre mi ha spiegato ma io non capivo, non mi sentivo diverso e non l’ho mai accettato. Da allora non ho potuto più studiare. È una colpa essere nato ebreo“.

La storia di Sami Modiano ha incrociato l’abominio nazista quando, dopo l’armistizio, i tedeschi hanno invaso Rodi e il 23 luglio 1944 hanno prelevato tutti gli ebrei dell’isola.

Di quel viaggio che sapeva di morte, riporta Il Corriere della Sera, Modiano ricorda ancora: “5 secchi d’acqua per 400 persone, nel mese di luglio. Ci consideravano bestie, ci tenevano fra gli escrementi degli animali. Quando a mio padre, 45 anni, hanno dato la sua parte di acqua, lui l’ha rifiutata per darla ad una anziana, e così hanno fatto tanti altri giovani a favore di bambini e donne, che hanno la priorità“. Tutti nella stiva di un vecchio mercantile in condizioni disumane, partiti per un viaggio di sola andata all’inferno. In nave da Rodi fino al Pireo, poi, dal 3 al 16 agosto 1944, sui treni diretti ad Auschwitz-Birkenau.

Tu sei forte Sami, tu devi farcela” sono le parole che suo padre, prima della fine, gli avrebbe detto spronandolo a resistere. Così è stato. Il suo numero, tatuato sul braccio dai nazisti, è B7456.

All’inizio del 1945, con i sovietici a poche decine di chilometri dal campo, i tedeschi hanno costretto i superstiti di Birkenau alla marcia verso Auschwitz. Sami Modiano, ormai privo di forze, provato dalla fame e dalle torture, è crollato a terra. Ma altri due prigionieri lo hanno portato fino al campo, lasciandolo su un mucchio di cadaveri per nasconderlo simulandone la morte. Al suo risveglio, trovandosi nel lager ormai abbandonato e a un soffio dalla salvezza, avrebbe raggiunto una casa vicina. Lì vi avrebbe trovato altri sopravvissuti tra cui Primo Levi e Piero Terracina, e la luce in fondo al tunnel del male.

Altre 2 cose da sapere su Sami Modiano

– Il suo nome è Samuel Modiano, detto Sami.

– Nel luglio 2020, il 18, giorno del suo 90° compleanno, il Presidente Sergio Mattarella gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana.